Dopo aver finalizzato il Decreto Bollette, il governo prosegue il confronto con Confindustria per sostenere le imprese energivore e prepara l’approdo in Parlamento della legge delega sul nucleare, atteso già nei prossimi giorni. L’obiettivo è giungere all’approvazione del provvedimento entro l’autunno, per poi procedere all’adozione dei decreti legislativi entro 12 mesi.
Nucleare e misure energetiche: il governo accelera, la legge delega alle Camere già in settimana
Sul fronte delle bollette, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, si mostra fiducioso: i 3 miliardi stanziati per mitigare gli effetti dei rincari dovrebbero evitare ulteriori interventi straordinari nel breve periodo. “Monitoreremo l’andamento del mercato nei prossimi tre mesi”, ha dichiarato il ministro a margine del Forum di Bruno Vespa a Saturnia, sottolineando che l’Italia, pur essendo energeticamente autonoma sul gas, subisce ancora l’influenza dei prezzi di mercato.
Gli indicatori economici mostrano una tendenza al ribasso dei costi dell’energia, grazie all’allentamento della pressione sui mercati internazionali del gas con l’avvicinarsi dell’estate. Questa dinamica potrebbe consolidare la stabilizzazione dei prezzi, riducendo la necessità di ulteriori misure di emergenza.
Parallelamente, il governo ha rafforzato il supporto alle imprese ad alto consumo energetico, con un rimborso della quota ETS superiore al 60% per i 4.000 grandi energivori italiani. Tuttavia, rimane elevato il divario di costo tra piccole e grandi imprese: secondo un’analisi della CGIA di Mestre, le microimprese italiane pagano l’energia il 164,7% in più rispetto alle grandi aziende, un fenomeno che si riscontra anche in Germania (+136,2%), Spagna (+200%) e Francia (+242%).
La distorsione è legata alla riforma del 2018, che ha introdotto agevolazioni tariffarie per le grandi industrie, alleggerendo il peso della componente fiscale e degli oneri di sistema. Una disparità attenuata solo parzialmente dai correttivi inseriti durante il governo Draghi.
Nucleare, obiettivo 2030: Italia seconda solo alla Francia in Europa
Il ritorno dell’Italia all’energia nucleare entra in una fase cruciale. La legge delega, in arrivo alle Camere, segna un passaggio strategico per la transizione energetica del Paese. “Entro il 2030 l’Italia avrà il nucleare”, ha ribadito Pichetto Fratin, evidenziando che il sistema industriale nazionale possiede le competenze necessarie per affrontare questa sfida.
Dopo quarant’anni di stop, l’Italia si posiziona tra le nazioni più avanzate nel settore: “Dopo la Francia, siamo il Paese meglio piazzato in Europa”, ha sottolineato il ministro, ricordando che molte aziende italiane già operano con successo in progetti nucleari internazionali.
L’iter legislativo sarà articolato, con un dibattito che si preannuncia lungo e complesso. Tuttavia, l’esecutivo punta a una approvazione in autunno, così da poter avviare nei dodici mesi successivi la definizione dei decreti attuativi.
L’accelerazione sulla strategia energetica riflette la necessità di diversificare le fonti e ridurre la dipendenza dai mercati esteri, in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione e sicurezza energetica.