"Nucleare in Italia: scenari e prospettive". Convegno di Forza Italia alla Camera

- di: Romolo Martelloni
 
L'Italia "sta ancora discutendo sul sito in cui smaltire le vecchie scorie nucleari. Se davvero si vuole dare un segnale per investire" su questa fonte energetica, "dobbiamo dire dove le smaltiamo. Se non siamo in grado di farlo non sarà mai possibile costruire una centrale". Lo ha detto Antonio Zoccoli, presidente dell'Istituto nazionale di fisica nucleare durante un evento sul nucleare organizzato alla Camera da Dipartimento Energia di Forza Italia presieduto dall' on. Luca Squeri. Poi, ha spiegato, "bisogna investire nella conoscenza e nella ricerca perché abbiamo le competenze. Investiamo in programmi mirati, diventiamo specialisti. Se facciamo questo tra 10 anni saremo pronti al nucleare, ovviamente a seguito di una decisione politica".

"Nucleare in Italia: scenari e prospettive". Convegno di Forza Italia alla Camera

Secondo il Presidente di Enea Alberto Dialuce "ENEA è pronta a fornire un supporto di tecnologia sul nucleare d nuova generazione, anche in Italia, ma anche a fornire una politica formazione e informazione sulla base di dati tecnici per facilitare nell'opinione pubblica e nelle istituzioni il dibattito sul tema". Per il Gse e' intervenuto il presidente Paolo Arrigoni secondo il quale "Se veramente vogliamo decarbonizzare" e "arrivare alle missioni nette di CO2 al 2050, se vogliamo rispondere alla domanda di una maggiore elettrificazione dei consumi" e "se vogliamo avere un sistema energetico programmabile, sicuro e stabile e ridurre la dipendenza energetica del nostro Paese che è la più alta in Europa e se vogliamo produrre idrogeno rinnovabile che dovrà sostituire la molecola gas", allora "il nostro Paese può permettersi di rimanere escluso dallo sviluppo dell'energia nucleare di ultima generazione, pulita e sicura, soprattutto di quella degli Small Modular Reactor". Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia dopo aver ringraziato Luca Squeri e tutti i convenuti ha sottolineato come Forza Italia ''crede si debba procedere sulla strada della ricerca sul nucleare «ovviamente con tutte le cautele del caso». «Nel programma di governo un punto specifico sul tema e' presente e su questo - ha aggiunto Barelli - credo che il Paese debba riflettere perche' per raggiungere gli obbiettivi energetici ed ambientali non appaiono altre soluzioni» che predicando dall'energia nucleare.

Secondo Stefano Monti, Presidente dell' AIN , Associazione Italia Nucleare ''l'approccio sul nucleare, consolidato nella maggior parte del mondo, "è che ciascuna fonte energetica debba essere sfruttata per i vantaggi che può offrire e poi bisognerebbe perseguire l'obiettivo di ottimizzazione del sistema energetico, che dovrebbe considerare tutte le energie carbon free, e ottimizzarle nel modo più conveniente ed efficiente". "Ottimizzazione significa tener presente i costi di sistema - ha proseguito - abbiamo la necessità di abbandonare pian piano i combustibili fossili e non considerare l'opzione nucleare non sembra una cosa furba. Proponiamo di partire dall'esistente. «La fusione nucleare è uno dei punti del mosaico che compone la nostra traiettoria 2050 per il net zero». Ad affermarlo è l'ad di Eni, Claudio Descalzi nel corso del convegno promosso da Forza Italia alla Camera dei Deputati `Nucleare in Italia, scenari e prospettive´. «La fusione è iniziata come visione, come esperimento più di 10 anni fa. Noi collaboriamo con il Mit di Boston dal 2008. Fra le varie attività legate al futuro dell'energia abbiamo iniziato proprio nel 2014 di occuparci di fusione. Ce ne occupavamo prima però ci siamo messi a lavorare su un aspetto del nucleare che a tanti vantaggi, limitatissime scorie e soprattuto è un processo molto più controllabile», sottolinea Descalzi. E' intervenuto poi Roberto Cingolari, AD di Leonardo: ''Non riesco a capire come si sia ideologizzato un argomento come il nucleare, che va studiato, sui numeri si faccia una riflessione pacata coinvolgendo tecnologi e politica. La soluzione non è mai una uguale per tutti, ma sempre una soluzione mista che deve tenere conto delle caratteristiche di luoghi e territori. Forse la politica energetica va anche fatta sartoriale geograficamente, cioè» tarata «sul posto e sul bisogno».

"Affinche' l'Italia resti un Paese industriale e con un'industria una manifattura di qualita' serve un'energia di qualita' , sicura dal punto di vista del prezzo e decarbonizzata. Noi non lavoriamo sul fuel - che per il nostro Paese e' un tema complicato - sulla quarta generazione i conti non sono ancora stati fatti. Su quest'ultima, soprattutto sul LFR (il reattore veloce raffreddato al piombo) noi in Europa siamo leader indiscussi da 20 anni". Cosi' il CEO di Ansaldo Nucleare, Riccardo Casale. "Riteniamo - ha aggiunto Casale - che debba crearsi uno scenario sostenibile e vediamo uno sviluppo futuro del nucleare in Europa, che e' il nostro mercato domestico, basato in alcuni Paesi anche su reattori di grande taglia, ma sicuramente vediamo un grande sviluppo degli SMR, e ne stiamo gia' sviluppando uno pensato per la produzione di calore e di idrogeno. Vediamo quindi, al 2030, una prima flotta di reattori di piccola taglia e, all'orizzonte ragionevole del 2040, i reattori di quarta generazione, che hanno il grande pregio di chiudere il ciclo nucleare".

Il ministro Pichetto Fratin ha sottolineato come L'Italia ha «un processo di decarbonizzazone importante, vogliamo mantenere l'impegno a livello europeo che prevede al 2050 il raggiungimento della neutralita'. Dobbiamo raggiungere i target climatici, vogliamo primeggiare sulle tecnologie, non dobbiamo giocare in difesa. Ritengo che l'energia nucleare sia il futuro perche' nessuno e' in grado di dimostrare che si possa arrivare senza» l'utilizzo di questo tipo di energia «a soddisfare le esigenze».Cio' «significa che dobbiamo assolutamente andare avanti nel creare la filiera, la valutazione deve esser fatta a livello di attivita' produttive. Dobbiamo andare avanti sul fronte dell'accostamento alla fusione con il lavoro che puo' fare Eni o facciamo a Frascati». Inoltre, aggiunge il ministro, «dobbiamo guardare con molto ottimismo ai reattori di quarta generazione, qui esprimo un'opinione, pronto a cambiarla. Parlare di centrali di terza generazione, significa infatti che ci vogliono 15-20 anni, si rischia di andar a fare una valutazione su un usato che non si puo' vendere neanche come usato sicuro».
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