Recovery Found per l'UE: i paesi del Nord Europa dicono no

 
Francia e Germania hanno mosso un passo importante nel campo della solidarietà all'interno dell'Unione Europea: la proposta fatta da Macron e Merkel, ufficializzata ieri con una videoconferenza, e riguardante un fondo di recupero per la ricostruzione dell'UE dopo la crisi dovuta al Coronavirus è stata accolta favorevolmente dai paesi del sudovest continentale e dalla presidente di Commissione, Ursula von der Leyen.

Ma come sottolineato dalla cancelliera tedesca, lo step successivo sarà quello di discutere questa idea con gli stati membri e come riportato dall'ANSA le resistenze maggiori arrivano dai paesi del nord Europa (Danimarca, Paesi Bassi, Austria e Svezia) come sottolineato dal ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire: "La proposta è positiva ma le trattative saranno molto complicate, ci sarà da accontentare gli altri stati membri e in particolare questi quattro".

C'è ancora quindi molta strada da fare, con Von Der Leyen che alla fine di maggio rivelerà la proposta della Commissione per poi farla valutare dai leader dell'Unione nel vertice di metà giugno. L'idea dei trasferimenti a fondo perduto non hanno convinto i paesi più "frugali" che sono fortemente contrari all'aumento del bilancio comune e alla mutualizzazione del debito ma c'è ancora tempo per dare una forma a questa proposta che li accontenti. In particolare tenendo conto del fatto che la Germania era l'alleato principale di questo "fronte".

A riguardo sono arrivate le dichiarazioni del cancelliere austriaco Sebastian Kurz ai microfoni del quotidiano Oberösterreichischen Nachrichten: "Austria, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca ritengono che la strada giusta per essere solidali coi paesi più colpiti sia quella dei mutui e non dei contributi: per questo prepareremo una controproposta al piano Francia-Germania".

È praticamente impossibile che la presidente di Commissione metta sul tavolo una proposta che ricalchi totalmente quella di Berlino e Parigi ma intanto le fonti italiane esprimono ottimismo: se il premier Conte ha già contattato i suoi omologhi di Germania e Francia per discutere di un negoziato, Paolo Gentiloni è convinto che a prescindere dalle previste modifiche, la somma sarà comunque attorno ai 500 miliardi: "La proposta franco-tedesca sarà un misto fra crediti agevolati e sovvenzioni, quindi difficilmente ci si allontanerà da quella cifra".

Se c'è grande attesa per capire quali saranno le basi dei negoziati, l'Unione Europea però non resta ferma e dà definitivamente il via libera allo strumento che agevolerà la cassa integrazione durante la crisi, Sure. Secondo Valdis Dombrovskis, gli strumenti finanziari non potranno essere l'unica arma dell'Unione contro la dura crisi che l'ha colpita. Al termine dell'Ecofin il vicepresidente di Commissione ha chiarito che ci sarà bisogno di un profondo cambiamento strutturale: "La proposta del fondo di recupero è adeguata alla difficile sfida che l'Europa sta affrontando ma ci sarà un bisogno anche di uno strumento che punta su investimenti e riforme: la necessità non è unicamente di fondi ma anche di riforme che aiutino le imprese a sfruttare al meglio questa liquidità".
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