I prezzi del petrolio continuano a salire, incoraggiati in particolare dalle previsioni della Russia secondo cui il mercato potrebbe riequilibrarsi il mese prossimo, dopo i tagli storici alla produzione da parte dei produttori mondiali per ridurre la sovrabbondanza. La Russia, membro dell'Opec, che si è impegnata a ridurre l'offerta di quasi 10 milioni di barili al giorno, prevede, secondo Bloomberg, un equilibrio di mercato a giugno o luglio. Il ministro dell'Energia, Alexander Novak, ha dichiarato lunedì che le restrizioni globali hanno finora superato quelle concordate dall'Opec. I Paesi produttori hanno finora ridotto la produzione globale da 14 a 15 milioni di barili al giorno, ha affermato Novak.
La Russia stima l'attuale surplus globale di 7-12 milioni di barili al giorno, secondo un rapporto di RIA Novosti. Nel frattempo, le scorte di greggio negli Stati Uniti sono diminuite drasticamente e gli estrattori di scisto hanno ridotto il numero di piattaforme petrolifere attive per la decima settimana, registrando il livello più basso dal 2009.
In questo contesto, il petrolio ha iniziato a negoziare nettamente in rialzo ieri, dopo aver registrato notevoli guadagni settimanali a Londra e New York, poiché il mercato sembra riequilibrarsi lentamente a seguito delle riduzioni dell'OPEC.
L'Agenzia internazionale dell'energia (AIE) ha anche stimato, pochi giorni fa, che il consumo di petrolio alla fine riprenderà dai livelli precedenti registrati prima dell'inizio della crisi sanitaria. Un'opinione che non è condivisa da tutti gli analisti, alcuni dei quali ritengono che la domanda potrebbe non tornare mai ai livelli precedenti al coronavirus.
L'anno scorso, il mondo ha consumato quasi 100 milioni di barili di petrolio al giorno, che, secondo alcuni esperti di energia, potrebbero segnare il picco della domanda. La loro ipotesi è che la pandemia di coronavirus porterà a cambiamenti nello stile di vita, come lavorare da casa e meno viaggi all'estero.