FOTO: Elliott Erwitt, USA.NewYorkCity, 1955, 60 x 50 cm © Elliott Erwitt, Private Collection
A Roma, Palazzo Bonaparte apre le porte a un viaggio fotografico affascinante, tra le immagini più iconiche della fotografia del Novecento. Dal 28 giugno al 21 settembre “Elliott Erwitt. Icons”, la grande mostra a cura di Biba Giacchetti dedicata al maestro dell’ironia e dell’empatia visiva, porta nella capitale oltre 80 celebri scatti, esplorando l’universo di uno dei grandi nomi della fotografia contemporanea, che ha trasformato la vita quotidiana in poesia visiva.
Da Elliott Erwitt alla ceramica d’autore, gli appuntamenti del weekend
Poetico, irriverente, profondamente umano, Erwitt ha catturato la leggerezza della gioia di vivere, diventando lo sguardo più ironico e toccante della commedia umana.
Prodotta e organizzata da Arthemisia, in collaborazione con Orion57 e Bridgeconsultingpro. Main partner della mostra la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale con Fondazione Cultura e Arte e Poema, la mostra presenta al pubblico il cantore della commedia umana, capace di raccontare con un’ironia disarmante, una poesia sottile e una grazia senza tempo.
“Siamo natura”. Haley Mellin al Museo Novecento di Firenze
La pittura come “stato mentale, modo di stare nella e con la natura...tempo, osservazione, studio, ascolto mentre la natura parla”.
Fino al 29 ottobre, il Museo Novecento di Firenze presenta la prima mostra personale in un museo dell'artista e ambientalista americana Haley Mellin, riconosciuta per il suo impegno nella pittura e nella salvaguardia del territorio.
Il percorso, a cura di Sergio Risaliti e Stefania Rispoli, si sviluppa in quattro sale e approfondisce la pratica dell'artista tra pittura, disegno e attivismo ambientale. Nel 2017 Mellin ha dato il via all'iniziativa no-profit Art into Acres, mobilitando artisti a sostegno della protezione di oltre 30 milioni di ettari di foreste primarie, grazie alla collaborazione con comunità indigene e locali, e a raccolte fondi guidate dal mondo dell'arte. Questi sforzi hanno contribuito alla formazione di parchi nazionali, aree protette, anche indigene, e territori di conservazione comunitaria. Per la prima volta, il suo lavoro con Art into Acres viene presentato al pubblico come una forma di attivismo artistico, inseparabile dalla sua pratica pittorica e grafica.
La mostra fiorentina vuole raccontare l'impegno costante in difesa della natura che Mellin trasferisce tanto nella sua pratica artistica quanto nei progetti ambientali.
A Lecce Otto Hofmann. L’immaginario e il reale
Nato nella Ruhr e cresciuto in Turingia, Otto Hofmann perfezionò la sua formazione pittorica al Bauhaus di Dessau, dove fu allievo di Vasilij Kandinskij e di Paul Klee. Qui pose le basi del proprio linguaggio formale, che si dispiegò fino alla morte, avvenuta in Italia, in provincia di Imperia, dove si era stabilito dopo una vita errabonda attraverso l’Europa, vittima prima della persecuzione nazista, poi della lunga prigionia in Unione Sovietica, infine della dittatura comunista nella Germania Est.
L’artista che ha abbracciato l’astrattismo con originalità, lasciandosi “contaminare” da elementi surrealisti e dada, sarà in mostra presso la Fondazione Biscozzi | Rimbaud ETS di Lecce, al centro di un progetto a cura di Paolo Bolpagni, ex direttore e attuale componente del Comitato scientifico della Fondazione, e di Giovanni Battista Martini, curatore dell’archivio dell’artista.
Dagli oli su tela e le carte degli anni Trenta, agli acquarelli eseguiti sui sottili fogli delle lettere inviate alla moglie e agli amici, testimonianze della prigionia nella Russia sovietica, dove Hofmann, arruolato forzatamente nella Wehrmacht, restò prigioniero dal 1940 al 1946, le Cinquanta opere esposte coprono un arco cronologico che va dal 1930 al 1954.
I dipinti realizzati tra il 1947 al 1954, chiudono il percorso. Un periodo convulso che vede dal ritorno in Germania alla fuga a Berlino Ovest, fino al successivo trasferimento a Parigi nel 1950 e ai soggiorni a Cagnes-sur-Mer in Costa Azzurra.
Monreale accoglie la ceramica d’autore, da Picasso a Warhol
Fino al prossimo 8 dicembre il Complesso Monumentale normanno Guglielmo II accoglie 100 opere realizzate da 60 artisti, provenienti da collezioni private. Si tratta di piatti, brocche, tazze, sculture e oggetti decorativi in ceramica, terracotta e porcellana, al centro della mostra “Da Picasso a Warhol. La ceramica dei grandi artisti”, un’antologica che ripercorre l’approdo della ceramica, tradizionalmente collocata nel campo dell’artigianalità, al campo dell’arte e della sperimentazione linguistica. Partendo dal grande maestro Picasso, colui che ha in qualche modo sdoganato e rivoluzionato l’idea di decorazione della ceramica, la rassegna vuole dimostrare come artisti, a volte anche lontani dal nostro immaginario rispetto all’oggetto decorativo, riescono a trasportare la ceramica in un modo più alto. Tra questi Andy Warhol, che realizza la ceramica in tarda età, spinto da Rosenthal, senza dimenticare artisti di latitudini diverse, dalla Cina al Sud America, dall’Africa all’Italia e all’Europa.