Gli appuntamenti del weekend con la bellezza: a Roma apre la Schola praeconum

- di: Samantha De Martin
 

FOTO: Palazzo Pitti, Sala Verde | Courtesy Gallerie degli Uffizi

Dopo otto mesi di lavori apre al pubblico la Schola degli Araldi del Circo Massimo, alle pendici meridionali del Palatino.

La scoperta della sede nella quale alloggiavano queste figure che annunciavano cortei e cerimonie nella Roma imperiale risale alla fine del XIX secolo quando fu rinvenuto l’ambiente

ipogeo con pitture raffiguranti personaggi impegnati in un banchetto. Gli scavi parziali ripresero negli anni Trenta del XX secolo e permisero di conoscere meglio la planimetria dell’edificio con tre ambienti principali affacciati su una corte porticata. In uno dei tre ambienti fu rinvenuto uno straordinario mosaico bianco e nero, un unicum nel panorama della produzione musiva romana, con la raffigurazione dei praecones, appunto gli araldi, intenti in una processione con il tipico vessillo del dio Mercurio, araldo per eccellenza.

Grazie ai fondi PNRR molte delle ricerche interrotte sono state portate avanti assieme al progetto scientifico di studio e recupero conservativo di questo edificio datato tra l’età severiana e il V-VI secolo d.C., che funge da cerniera storica e topografica tra il Palatino e il Circo Massimo.

In attesa delle future ricerche che dovranno meglio chiarire l’assetto complessivo del sito e la sua articolazione planimetrica, sarà possibile ammirare i resti lungo il percorso di una rampa che conduce nella sala affrescata e mosaicata.

A Palazzo Pitti riaprono gli Appartamenti reali

Erano chiuse dal 2020. E adesso, dal 21 gennaio, le 14 sale al primo piano di palazzo Pitti, a Firenze, sono nuovamente accessibili al pubblico dopo una complessa operazione di restauro generale. Dal Seicento al Novecento sono state la residenza dei signori di tre dinastie: i Medici, i Lorena, i Savoia.

Il Gran Principe Ferdinando de’ Medici, figlio del Granduca Cosimo III, fu, nella seconda metà del Seicento, tra i primi residenti di quest’ala del Palazzo, mentre l’ultimo ad abitarlo fu Vittorio Emanuele III di Savoia, che nel 1919 lo lasciò allo Stato insieme al retrostante Giardino di Boboli.

Rimossi tappeti e moquettes, è possibile adesso ammirare i parquet perfettamente conservati, mentre affreschi, stucchi, intagli, parati di seta,tendaggi, dipinti, mobili e soprammobili tornano a brillare grazie a un’approfondita campagna di puliture e manutenzione. Ora questi spazi tornano ad aprirsi quotidianamente al pubblico, con visite accompagnate ogni ora, dalle 10 alle 18 (ultima visita alle 17).

Giro di posta. Primo Levi, le Germanie, l’Europa a Torino

A 80 anni dall’apertura dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, presso il Museo Civico d’Arte Antica di palazzo Madama apre al pubblico la mostra Giro di posta. Primo Levi, le Germanie, l’Europa, promossa dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi e curata da Domenico Scarpa.

Documenti in gran parte inediti e carteggi privati, divenuti pubblici soltanto oggi, messaggi scarabocchiati a matita su fogli di fortuna o impeccabili lettere battute a macchina su carta intestata, che attraversano quasi mezzo secolo di storia europea, raccontano l’Europa e la Germania divise in due. A tessere la trama sono gli interlocutori tedeschi e germanofoni di Levi, ma non soltanto loro.

Fuoco geometrico della vicenda è Auschwitz, esperienza della quale Levi non smise mai di indagare i segreti e i significati. Il «giro di posta» del titolo si presenta dunque come un’ampia discussione sulla Shoah e sul suo posto in un’Europa da ricostruire dopo la guerra.

Bologna omaggia David Lynch

Dal 1° al 28 febbraio il Cinema Modernissimo di Bologna rende omaggio al regista statunitense David Lynch a pochi giorni dalla scomparsa, con una retrospettiva dei suoi film curata dalla Cineteca di Bologna. Nel foyer del Modernissimo saranno esposte dieci fotografie del regista americano provenienti dalla Collezione di Fondazione MAST.

Le opere della mostra, a ingresso libero, hanno fatto parte dell’esposizione The Factory Photographs svoltasi nel 2014 e curata da Petra Giloy-Hirtz in collaborazione con Fondazione MAST e con The Photographers' Gallery.

Gli scatti, realizzati tra il 1986 e il 2000 nelle aree industriali di Berlino, Łódź e nel New Jersey, racchiudono tutto il fascino suscitato in Lynch dalle fabbriche, la sua passione quasi ossessiva per comignoli, ciminiere e macchinari, per l'oscurità e il mistero. L’artista mette in scena le rovine di un mondo che va scomparendo, dove le fabbriche rappresentano le pietre miliari di un orgoglioso progresso e non luoghi desolati, scenografie per storie cariche di quell’aura emozionale caratteristica di Lynch.

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