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La vera eleganza che non passa mai di moda? È il preppy

- di: Marta Giannoni
 
La vera eleganza che non passa mai di moda? È il preppy

Ribelle, globale, sempre chic: perché questo stile sobrio e intelligente vince sulle tendenze.

C’è qualcosa di irresistibilmente evocativo nel solo pronunciare la parola “preppy”: i campi da tennis perfettamente rasati, i maglioni gettati con nonchalance sulle spalle, un certo sentore di biblioteche in mogano e campus d’élite. Eppure, come ogni codice di stile che si rispetti, anche il preppy ha saputo trascendere la propria rigida matrice di appartenenza, evolvendosi in una forma più contaminata, più libera e, forse, più affascinante.
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Origini aristocratiche: l’Ivy League e la nascita dello stile
Il preppy affonda le sue radici nei campus americani della Ivy League, tra le due guerre mondiali. Princeton, con la sua architettura gotica e la patina aristocratica da élite Wasp, fu il primo epicentro. Qui, giovani rampolli, prevalentemente maschi, bianchi e protestanti, mescolavano con sapienza l’abbigliamento sportivo d’oltreoceano con l’eleganza della tradizione: robusti tweed, severi polo coat, camicie button-down. Un’estetica precisa, pensata come un codice di riconoscimento tra pochi eletti.
A codificare questo stile primigenio furono maison storiche come Brooks Brothers e J. Press, con i loro sack suit dalle linee rilassate, le flanelle senza pinces, le maglie Shetland e le cravatte a righe repp. E, naturalmente, i penny loafer Bass Weejun, rigorosamente senza calze, come gesto di ribellione misurata. Come sottolineava Apparel Arts già nel 1933, l’uomo universitario americano si distingueva per un’apparenza "impersonale" e per quella raffinata arte di essere "well dressed" senza mai sembrare "dressed up". Una sottile, ma fondamentale, differenza.
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L’espansione globale: dal Giappone all’Europa 
Con il tempo, lo stile Ivy varcò i confini dorati dei college. Nel 1965, una spedizione di appassionati giapponesi immortalò l’essenza del campus look in un’opera divenuta culto: Take Ivy. Quelle fotografie di giovani dalle camicie sbottonate, mocassini sfoggiati con disinvoltura e blazer destrutturati accesero l’immaginario ben oltre l’Atlantico.
Ma il preppy non fu mai solo privilegio di pochi. Jason Jules, nel suo acuto Black Ivy: A Revolt in Style, racconta come, in un’epoca di profondi fermenti sociali, artisti e intellettuali afroamericani, Miles Davis, James Baldwin, Malcolm X seppero reinterpretare con audacia i codici Ivy, utilizzandoli come uno strumento di sovversione culturale. Camicie button-down, occhiali da sole, workwear sapientemente abbinato a cravatte di seta: un linguaggio di stile carico di significati politici. 
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Il preppy contemporaneo: inclusivo e dinamico
Il preppy del nuovo millennio ha saputo emanciparsi da ogni rigidità aristocratica per abbracciare l’inclusività e il dinamismo. Se i toni classici, blu navy, bianco, beige, restano imprescindibili, oggi non manca il coraggio di osare: un paio di calzini a righe arcobaleno, una cravatta dai pattern geometrici. Le silhouette si sono rilassate, abbracciando anche l’oversize, strizzando l’occhio allo streetwear pur mantenendo quella composta eleganza da campus.
Cotone, lino, lana e cashmere restano capisaldi, ma si mescolano con tessuti tecnici o dettagli urban. Loghi discreti, patchwork sapientemente dosato, sneakers vintage in abbinamento a blazer impeccabili raccontano una nuova, disinvolta modernità. L’attitudine? Versatile, giocosa, decisamente meno ingessata.
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Icone moderne: il preppy tra celebrità e social media
Tra i nuovi alfieri di questo stile ritroviamo figure come David Beckham, che sfoggia con naturalezza maglioni in cashmere e righe impeccabili, o Tom Hiddleston, con i suoi abiti che sembrano usciti da un quadretto universitario d’altri tempi. Persino icone dell’hip-hop come Kanye West e Pharrell Williams hanno saputo riadattare il preppy alla loro estetica urbana, dimostrando che la sovversione passa anche attraverso un mocassino ben lucidato.
Sul fronte femminile, Gigi Hadid e Bella Hadid danno nuova linfa allo stile preppy con mix arditi e silhouette rilassate, mentre Katie Holmes mantiene viva quella raffinata semplicità che è il vero cuore del look. E naturalmente, il personaggio di Blair Waldorf di Gossip Girl continua a essere una musa contemporanea di un preppy più teatrale e sontuoso.
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Preppy: un’eleganza senza tempo
Oggi, l’estetica “old money” celebrata sui social media altro non è che una riedizione filtrata del preppy classico, con il suo amore per i capi di qualità dal vissuto autentico. Marchi come Sporty & Rich, Auralee, Loro Piana ne reinterpretano il lessico, mescolando heritage e freschezza contemporanea.
Allora si può dire che il preppy non è una moda: è una narrazione in perenne evoluzione. Dai viali alberati di Princeton agli account Instagram più seguiti, il suo fascino risiede nella capacità di rimanere fedele a un’eleganza senza tempo pur sapendosi adattare.
Perché non basta vestirsi bene. Bisogna farlo con l’irriverente, consapevole sprezzatura di chi sa esattamente cosa indossa.


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