Moda e Lusso: il Made in Italy punta alla risalita dopo lo shock da Covid-19

 
Ripartire dopo il tremendo impatto della pandemia da Coronavirus è un imperativo per ogni settore del nostro paese, in particolare per quello della Moda e del Lusso che da sempre rappresenta una parte importantissima dell'economia italiana oltre che un simbolo riconoscibile in tutto il mondo.

Durante l'iniziativa Restart, organizzata in sinergia da Financial Times e Sole 24 Ore, si è tenuta una tavola rotonda dal titolo "Made In Italy nel Fashion & Luxury: il ruolo dell'artigianalità contemporanea" per discutere il quadro complessivo dopo questo duro 2020.

L'analisi di Nadia Portioli di Mediobanca è ovviamente negativa dal punto di vista dei bilanci: "Il calo medio dei fatturati per le multinazionali nei primi sei mesi dell'anno in corso è di circa il 7% mentre le aziende di moda hanno perso addirittura quattro volte tanto nello stesso lasso di tempo. Si tratta del peggiore stop nell'era moderna per quanto riguarda il nostro campo e se guardiamo alla marginalità ci sono dati persino peggiori: nei primi sei mesi dello scorso anno il margine Ebit medio delle imprese era del 18%, ora invece è fermo al 4%".

Come ripartire allora?
Le linee guida trattate durante la tavola rotonda sono chiare, con il commercio online che è stato fattore trainante per la sopravvivenza delle aziende: le vendite attraverso e-commerce sono comprensibilmente esplose, dato che ha permesso a prodotti di qualità riconosciuta come quelli della penisola di mantenere una forte presenza specie nel mercato cinese che ha retto meglio in termini di fatturato rispetto al continente europeo.

Il processo di digitalizzazione delle imprese di moda e lusso è stato accelerato per colpa della pandemia, come spiegato dal Ceo di Bulgari, Jean Cristophe Babin: "Abbiamo investito il tempo del lockdown potenziando le nostre possibilità nel campo del commercio online e anticipando i tempi di circa 2 anni, negli Stati Uniti già ora il 18% dei consumi sui gioielli avviene tramite internet, ben 16 punti percentuali in più rispetto al 2019". Concetto ribadito da Diego Della Valle: "La pandemia è arrivata nel pieno della trasformazione verso il digitale che oggi è molto importante: l'heritage non basta più, serve comunicare con la nuova generazione di consumatori che vivono sul web e bisognerà coniugare queste due anime per far ripartire il sistema".
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