Ammonta a 24 miliardi la manovra che il presidente del Consiglio, Giorgi Meloni, e il ministro Giancarlo Giorgetti hanno posto oggi all'attenzione e all'approvazione del Consiglio dei Ministri.
Presentando l'esito positivo dell'esame, in CdM, Giorgia Meloni, in conferenza stampa, ha detto spiegato che l'ammontare della manovra si articola su ''poco meno di 24 miliardi, frutto di 16 miliardi di extragettito e per il resto di tagli di spesa''.
Il presidente del consiglio ha definito la manovra ''molto seria, molto realistica, che non disperde risorse, ma le concentra sulla grandi priorità, continuando a seguire la visione che il governo ha messo dall'inizio del suo mandato, nonostante il quadro complessivo''.
Traducendo, il messaggio che Giorgia Meloni ha voluto lanciare è stato chiarificatore di una situazione oggettivamente difficile, che ha condizionato la manovra nella sua ampiezza, ma non ne ha modificato lo spirito e gli obiettivi. Che il testo fosse cristallizzato lo si è capito anche dal fatto che la riunione del CdM si è protratta per non più di mezz'ora, a conferma che i paletti non si potevano discostare e che quindi la stesura era definitiva.
Giorgia Meloni: una manovra da 24 miliardi, pensando soprattutto a chi ha meno
Ora, quindi, comincia il conto alla rovescia per la presentazione alle Camere, cominciando dal Senato, dove potrebbe arrivare non prima del 26 ottobre, anche se non si può escludere che il termine slitti a dopo la festività di Ognissanti. Comunque, le oggettive difficoltà dei numeri hanno imposto di non avviare quel pacchetto di riforme che il governo ha posto come necessarie, con la sola eccezione di una diversa modulazione dell'Irpef, da cui deriveranno migliori condizioni per i redditi medi e bassi.
Quindi, per dirla come il premier, è il momento di essere ''seri, prudenti e responsabili'', un appello probabilmente lanciato a tutti, dentro e fuori la maggioranza.
La stessa Meloni ha quindi spiegato la complessità del quadro generale: ''Nel 2024 avremo circa 13 miliardi euro di maggiori interessi sul debito, da pagare in forza delle decisioni assunte dalla Bce, e circa 20 di superbonus. L'aumento dei tassi e il Superbonus fanno complessivamente più della manovra di bilancio". Il presidente del consiglio ha quindi ripetuto quanto detto in precedenti occasioni, addebitando le attuali difficoltà alle scelte della Banca centrale europea, con la lunga sequenza di aumenti dei tassi di interesse per combattere l'inflazione, e alla ''palla al piede'' del Superbonus, che continuerà a gravare sulla casse dello Stato anche in futuro.
Il premier ha comunque ribadito che il governo ha voluto continuare lungo il percorso tracciato da tempo. Quindi le priorità annunciate restano confermate. Cioè : ''Difendere il potere d'acquisto, ovvero più soldi in busta paga per i redditi medio bassi, con il taglio del cuneo di 6 punti per chi ha fino 35mila e 7 per fino a 25mila''.
''E' - ha spiegato - un aumento in busta paga che mediamente corrisponde circa 100 euro al mese per una platea circa 14 milioni di cittadini". Un provvedimento corposo, per dieci miliardi.
L'esigenza di andare incontro a chi meno ha è stato un punto sul quale Meloni ha insistito, come quando ha detto che "le poche risorse di cui disponiamo le vogliamo concentrare su chi ha più bisogno", quindi "continuiamo il lavoro sulle pensioni più basse".
Nello specifico, la manovra conferma per un anno il taglio del cuneo fiscale. Poi c'è l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef: fino a 28.000 euro, 23%; oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, 35%; oltre 50.000 euro, 43%. Sale, quindi, a 8.500 euro la soglia di no tax area prevista per i redditi di lavoro dipendente, di fatto parificata a quella dei pensionati.
La manovra prevede anche ha una robusta spending review, con i ministri chiamati a tagliare due miliardi. Che poi come questo si concili con i programmi di Matteo Salvini resta un piccolo mistero, se è vero che oggi il vicepremier ha detto che in manovra ''c'é la copertura necessaria per un collegamento stabile tra Sicilia, Italia ed Europa'', quale che fosse il significato di questa frase.
LE MISURE
TAGLIO CUNEO FISCALE E RIFORMA ALIQUOTE IRPEF
Circa dieci miliardi sono destinati al rinnovo nel 2024 del taglio del cuneo fiscale-contributivo (7% per i redditi fino a 25 mila euro, 6% per i redditi fino a 35 mila euro). A questa misura si aggiunge la riforma delle aliquote Irpef con l’accorpamento delle prime due fasce (0-15mila al 23% e 15-28mila al 23%) al 23% per tutti i redditi fino a 28mila euro l’anno.
La misura è finanziata in manovra con 4,3 miliardi.
La contemporanea applicazione della riduzione del cuneo contributivo e della nuova aliquota Irpef avrà l’effetto di rafforzare le buste paga dei lavoratori dipendenti fino 1.298 euro annui (per 27.500 euro lordi annui).
RINNOVO CONTRATTI PA
Cinque miliardi per i rinnovi dei contratti della pubblica amministrazione, a cui si aggiungono circa 2,5 miliardi destinati al personale medico sanitario.
SANITÀ
Per la sanità previsto uno stanziamento aggiuntivo pari a 3 miliardi l’anno 2024 (al quale devono aggiungersi le risorse PNRR e i 300 mln riconosciuti alla Regione Sicilia) e 4,2 miliardi a decorrere dall’anno 2026. Tra le misure previste l’introduzione di indennità per medici e altro personale sanitario impegnati nella riduzione dei tempi delle liste di attesa.
Si stanziano risorse pari a 250 milioni di euro per l’anno 2025 e 350 milioni di euro a decorrere dal 2026 per il potenziamento dell’assistenza territoriale anche con riferimento a nuove assunzioni di personale sanitario.
FAMIGLIE E BONUS NATALITÀ
In favore delle famiglie numerose e per alzare il tasso di natalità sono destinate risorse pari a 1 miliardo di euro.
Confermata la carta “Dedicata a te” nella misura di 600 milioni di euro per l’anno 2024, si integra lo stanziamento dei mutui prima casa di circa 380 milioni di euro per l’anno 2024 e si stanziano risorse per il rifinanziamento del contributo straordinario per il caro energia e il bonus sociale elettricità (200 milioni di euro) per sostenere le fasce più deboli della popolazione nel primo trimestre dell’anno prossimo, il trimestre nel quale i consumi di energia sono più rilevanti.
Rafforzato il bonus asili nido.
La decontribuzione assume un volto nuovo con riferimento alle donne lavoratrici, prevedendo che la quota dello sgravio sia pari all’intera quota dei contributi a carico delle lavoratrici stesse, per un anno se hanno due figli fino all’età di 10 anni del più piccolo e permanente per quelle che hanno 3 figli fino ai 18 anni del più piccolo
LAVORO
In manovra confermata la detassazione dei premi produttività al 5% e la soglia fino a 2000 euro dei fringe benefit per i lavoratori con figli a carico, fino a 1000 euro per tutti gli altri (si potranno utilizzare anche per pagamenti di affitto e mutuo prima casa).
Previsti anche per il 2024 incentivi per le assunzioni di donne disoccupate, confermati i beneficiari dell’assegno di inclusione e i giovani.
Arriva anche la detassazione per i lavoratori del settore del turismo notturno e festivo.
IMPRESE
In attesa della completa attuazione della revisione delle agevolazioni fiscali alle imprese si dispone per il 2024 una maggiorazione del costo ammesso in deduzione in presenza di nuove assunzioni (circa 1,3 miliardi).
Rinviata fino al 1 luglio 2024 l’entrata in vigore della plastic e sugar tax.
Per le imprese e per sostenere gli investimenti privati sarà previsto un credito di imposta per coloro che effettuano l'acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno, vengono stanziati 1,8 miliardi nel 2024 ai quali si aggiungono le risorse per nuova Sabatini e contratti di sviluppo (300 milioni).
PENSIONI
Alcune revisioni riguarderanno l’APE, con innalzamento a 36 anni del requisito contributivo per gli uomini rispetto alla legislazione vigente e con requisiti diversi per le donne, e quota 104 con alcune specifiche che tengono conto della necessità di valorizzare chi vuole rimanere a lavoro (quali il cd. Bonus Maroni). Ape o Opzione donna della scorsa legge di bilancio non saranno quindi confermate nella loro precedente fisionomia ma cambieranno prevedendo uno strumento unico di accompagnamento alla pensione.
Per il 2024 rimodulato il meccanismo di indicizzazione delle pensioni all’inflazione in vigore lo scorso anno, che tutela le pensioni più basse. Inoltre grazie anche alla riforma delle aliquote Irpef i pensionati potranno avere benefici fino a 1.279 euro annui (reddito da pensione intorno a 28 mila euro). Un sostegno concreto al potere d’acquisto contro gli effetti dell’inflazione.
INFRASTRUTTURE E AUTONOMIE
La manovra assicura inoltre le risorse necessarie per la realizzazione del Ponte sullo stretto e diversi investimenti a vantaggio delle Regioni (50 milioni), enti territoriali (per la progettazione 100 milioni) e amministrazioni centrali (circa 27 miliardi nel periodo 2024-2038).
Previsti quasi 2 miliardi per finanziare intese con autonomie speciali, riequilibrio strutturale dei comuni che hanno sottoscritto ripiani per i disavanzi e contrastare lo spopolamento.
INVESTIMENTI E GARANZIE PUBBLICHE
In manovra approvato anche il piano che riforma la gestione delle garanzie pubbliche che ha l’obiettivo di indirizzare lo strumento su investimenti anche sociali che garantiscano un alto valore aggiunto come quelli nelle infrastrutture strategiche e per la transizione tecnologica, verde e digitale delle imprese.
L’obiettivo è trasformare le garanzie in leve per investimenti fortemente addizionali e per coinvolgere gli investitori privati.
GLOBAL MINIMUM TAX
Dal 1 gennaio 2024 prevista l’entrata in vigore della global minimum tax al 15% per i gruppi multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro.
La norma recepisce la direttiva europea in materia e segue l’approccio comune, condiviso a livello G20 e OCSE, per ridurre le distorsioni dovute ai differenti livelli di tassazione nei Paesi.
Nel decreto rientra anche un pacchetto di interventi sulla fiscalità internazionale che introduce regole certe, procedure semplificate per le persone fisiche e le società di capitali residenti in Italia o che intendono trasferire loro sede e attività nel nostro Paese.
Reshoring in Italia: alle imprese e attività produttive che ritornano a investire in Italia sarà riconosciuta una tassazione agevolata: riduzione del 50% delle imposte sui redditi.
L’agevolazione si applica nel periodo d’imposta in cui avviene il trasferimento e per i 5 anni successivi.
Per poter beneficiare dell’agevolazione l’attività deve essere stata svolta in precedenza in un paese diverso da uno Stato UE o appartenente allo Spazio Economico Europeo.
Per evitare delocalizzazioni, l’impresa dovrà restituire quanto ricevuto, pagando anche gli interessi, se decide di trasferire
l’attività in un altro Stato durante il periodo in cui beneficia dell’agevolazione e nei successivi 5 anni.
Lavoratori che tornano in Italia: dal 2024 sarà riconosciuto un nuovo regime agevolato per i lavoratori dipendenti o autonomi che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia per un massimo di 5 anni.
Potranno beneficiare di una riduzione della tassazione del 50%, entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro, i lavoratori in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione che non risultano essere già stati residenti nel nostro Paese nei 3 periodi d’imposta precedenti al conseguimento della residenza.
I lavoratori impatriati dovranno restituire le agevolazioni, pagando gli interessi, se non mantengono la residenza fiscale nei 5 anni. Invariate le disposizioni già previste per i ricercatori e professori universitari.
ALTRI INTERVENTI
Rifinanziate le spese indifferibili, tra cui "strade sicure", gli aiuti all'Ucraina e le missioni internazionali.
In materia fiscale, novità per le partite Iva fino a 170 mila euro che non pagheranno più in anticipo le tasse.