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Meloni rilancia: “Italia forte e strategia giusta”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Meloni rilancia: “Italia forte e strategia giusta”

Giorgia Meloni sceglie il palco simbolico del quotidiano Libero, durante le celebrazioni per i suoi 25 anni, per rilanciare una narrazione del governo come “credibile, forte, coerente” e soprattutto legittimato non solo dalla tornata europea ma anche dalla debolezza strutturale delle opposizioni.

Meloni rilancia: “Italia forte e strategia giusta”

“Il referendum era su di loro, non su di noi”, afferma la premier in collegamento video, riferendosi all’esito elettorale come a una riconferma della fiducia nel suo esecutivo. La leader di Fratelli d’Italia interpreta il risultato delle urne come un consolidamento del ruolo centrale dell’Italia nello scacchiere europeo, e non solo.

L’economia come bandiera del governo
Nel cuore del suo intervento, Meloni insiste sull’efficacia della strategia economica seguita finora. L’Italia – dice – sta “dimostrando di essere solida e credibile sui mercati”, un messaggio diretto non solo all’opinione pubblica interna, ma anche a Bruxelles e a Francoforte, dove si osservano da mesi i conti italiani in relazione al Patto di Stabilità e alla traiettoria del debito. La premier rifiuta l’immagine di un’Italia isolata o marginale e contrappone alla critica di immobilismo quella di una scelta consapevole di gradualismo e coerenza. Non è solo una difesa d’ufficio: il governo si presenta con la consapevolezza di aver tenuto insieme rigore e redistribuzione, contenimento della spesa e protezione sociale.

Una visione internazionale sempre più autonoma
Le dichiarazioni su Donald Trump – “Ci capiamo anche quando non siamo d’accordo” – vanno lette come un tentativo di costruire un ponte tra Roma e Washington, in vista di una possibile nuova amministrazione repubblicana alla Casa Bianca. Più che una semplice battuta diplomatica, quella della premier sembra essere una strategia per ritagliarsi un ruolo di interlocutore privilegiato tra Stati Uniti ed Europa, indipendentemente dalle variabili politiche interne a entrambi i blocchi. Il richiamo a un “accordo USA-UE” rafforza l’immagine di un’Italia che vuole incidere sui dossier internazionali cruciali: dalla sicurezza atlantica all’approvvigionamento energetico, dal commercio globale al nuovo equilibrio post-pandemico.

I rapporti con la stampa amica e la scommessa sulla narrazione
Il tono dell’intervento risente della cornice: quella di una celebrazione organizzata da uno dei quotidiani più vicini al governo, e non a caso la premier si concede anche qualche stilettata più politica, in direzione delle opposizioni e dei critici. Eppure, il messaggio ha anche un respiro istituzionale. La premier ringrazia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per gli auguri inviati alla redazione di Libero, quasi a rafforzare un quadro di stabilità e rispetto tra le istituzioni, nonostante le divergenze talvolta emerse su singoli provvedimenti.

Oltre le Europee, lo sguardo è al G7
L’intervento della premier, che arriva a pochi giorni dal G7 in Puglia, sembra costruito anche per rafforzare la posizione negoziale italiana in vista del vertice. Non solo Meloni si presenta come leader salda, ma anche come figura capace di dialogare trasversalmente. Se da un lato mostra sintonia con i conservatori europei e i repubblicani americani, dall’altro non chiude i canali con chi, come Emmanuel Macron o Olaf Scholz, ha visioni più moderate o progressiste.

La posta in gioco nei prossimi mesi
Dietro le parole rassicuranti, tuttavia, si intravedono già le tensioni che potrebbero deflagrare nella seconda parte dell’anno: dalla gestione della legge di bilancio alla trattativa sulle riforme istituzionali, fino ai primi segnali di rallentamento dell’economia reale. Meloni sa di giocare una partita complessa: quella della continuità istituzionale, del dialogo con l’Europa e dell’equilibrio interno alla sua stessa maggioranza. Ma è proprio nel rivendicare la “strategia giusta” che la premier anticipa lo scontro politico che si prepara all’orizzonte.

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