Meloni rilancia dal Sud: “Il Mezzogiorno non è più il fanalino di coda”
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Nel cuore di Napoli, davanti al pubblico radunato per l’annuncio dell’America’s Cup 2024, Giorgia Meloni ha voluto imprimere una svolta narrativa e politica: “Il Sud non è più il fanalino di coda del Paese, ma una locomotiva per lo sviluppo nazionale”. Un’affermazione che mira a sovvertire decenni di retorica e statistiche che raccontavano un’Italia a due velocità. La presidente del Consiglio ha usato l’evento non solo come vetrina sportiva ma come piattaforma per ridisegnare il ruolo del Mezzogiorno nella strategia economica e geopolitica dell’Italia.
Meloni rilancia dal Sud: “Il Mezzogiorno non è più il fanalino di coda”
La scelta di Napoli per ospitare un evento globale come l’America’s Cup non è casuale. “Guardare oltre i limiti”, ha detto Meloni, significa scommettere su territori che per troppo tempo sono stati considerati marginali. Secondo la premier, la competizione velica rappresenta un’occasione irripetibile per attrarre investimenti, ristrutturare infrastrutture e rilanciare il turismo culturale e sportivo. L’obiettivo è quello di trasformare il Sud in un laboratorio di innovazione, non solo in termini economici ma anche di coesione sociale e sostenibilità ambientale.
Un Sud proiettato nel Mediterraneo
La narrazione di Meloni si inserisce in una visione più ampia, in cui il Sud diventa perno di una strategia mediterranea. Napoli, Taranto, Palermo: non più margini geografici ma centri di gravità politica, energetica e culturale. In questo quadro, l’Italia si propone come ponte tra Europa e Africa, sfruttando la posizione geografica e il patrimonio storico del Mezzogiorno. “Stiamo costruendo un’Italia che sa essere centrale nel mondo globale partendo da quelle che un tempo erano considerate periferie”, ha sottolineato Meloni, con un tono che intreccia orgoglio nazionale e retorica di riscatto.
Dai fondi PNRR al protagonismo locale
Il rilancio del Sud passa anche attraverso una nuova gestione dei fondi del PNRR. La premier ha annunciato che una quota significativa dei progetti in arrivo sarà concentrata sul Mezzogiorno, con un focus su portualità, mobilità sostenibile e transizione digitale. Ma non è solo questione di fondi. Meloni ha insistito sul ruolo degli enti locali, chiamati a essere protagonisti attivi della trasformazione. “Non ci saranno più scuse – ha detto – né da parte dello Stato centrale né da parte delle amministrazioni locali. Il Sud ce la può fare, ma deve crederci per primo”.
Le opposizioni criticano la retorica
Le reazioni non si sono fatte attendere. Le opposizioni hanno accusato la premier di usare grandi eventi per mascherare l’assenza di una vera strategia di sviluppo. “Dietro le parole altisonanti – ha detto Elly Schlein – restano i tagli alla sanità, alla scuola e ai servizi nei territori meridionali”. Anche Giuseppe Conte ha criticato “l’enfasi simbolica” dell’evento, chiedendo maggiore concretezza sull’occupazione giovanile e sulla lotta alla povertà. Ma dal palco di Napoli, Meloni ha rivendicato una visione positiva e costruttiva, che non si ferma alla gestione dell’esistente ma mira a “disegnare il futuro”.
Una sfida identitaria e geopolitica
Il messaggio lanciato da Meloni va letto anche in chiave di identità nazionale. Il Sud non è più la parte da trainare, ma la parte che può trainare. È un’inversione di prospettiva che mira a ricostruire fiducia nei territori e orgoglio collettivo, in un’Italia che vuole ritrovare coesione senza rimuovere le differenze. Napoli, con la sua storia, le sue contraddizioni e la sua forza simbolica, diventa il laboratorio di un nuovo racconto. Un racconto che, per diventare realtà, dovrà misurarsi con le difficoltà strutturali, ma anche con la capacità del governo di trasformare promesse e slogan in politiche concrete.