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Mattarella: «Nuovi conflitti impongono una difesa europea comune»

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Mattarella: «Nuovi conflitti impongono una difesa europea comune»

«Oggi nuovi conflitti si sono affacciati in Europa e nel Mediterraneo, interpellando la cornice di sicurezza costruita nel dopoguerra».
Le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella risuonano solenni all’Altare della Patria, durante la cerimonia per la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Il capo dello Stato sceglie toni fermi e chiari per delineare la nuova fase geopolitica che attraversa il continente, richiamando la necessità di una comune forza di difesa europea, da costruire in cooperazione con la NATO, come strumento di sicurezza per l’Italia e per l’Unione.

Mattarella: «Nuovi conflitti impongono una difesa europea comune»

Nel suo intervento, Mattarella ha ricordato come l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina abbia scosso dalle fondamenta la struttura di sicurezza che aveva garantito decenni di pace in Europa. «Il pericolo di un allargamento del conflitto – ha detto – impone grande attenzione e un impegnativo sforzo di adattamento dello strumento militare».
Un messaggio diretto alle istituzioni europee, ma anche agli alleati dell’Alleanza Atlantica: serve più integrazione, più responsabilità condivisa, e meno frammentazione tra le difese nazionali. «Solo un’Europa che sappia parlare con una voce sola può garantire la propria sicurezza e quella dei suoi cittadini», ha aggiunto il presidente.

Il contesto internazionale
Il discorso arriva in un momento di forti tensioni globali. Alle porte dell’Europa, la guerra in Ucraina continua senza segnali di tregua, mentre nel Mediterraneo si moltiplicano i focolai di instabilità, dai Balcani al Medio Oriente.
Il capo dello Stato ha parlato di «adattamento necessario» delle forze armate italiane alle nuove sfide, che non riguardano solo il campo militare ma anche quello tecnologico, cibernetico e informativo. «Difendere oggi – ha sottolineato – significa saper leggere in tempo le minacce ibride, i rischi per le infrastrutture critiche, i tentativi di manipolare la libertà e la democrazia».

Cerimonia sobria, clima di vigilanza

La celebrazione del 4 novembre si è svolta in una cornice sobria ma densa di significato. Accanto a Mattarella, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il capo di Stato maggiore della Difesa Carmine Masiello e le più alte autorità militari e civili.
Dopo la deposizione della corona d’alloro al Milite Ignoto, il presidente si è intrattenuto con alcuni familiari di militari caduti in missione. Il consueto sorvolo delle Frecce Tricolori è stato annullato per motivi di sicurezza, decisione presa dopo il crollo della Torre dei Conti, avvenuto poche ore prima a pochi passi dall’Altare della Patria.

L’Italia e il ruolo nelle missioni internazionali
Nel suo intervento, Mattarella ha voluto ricordare anche il contributo quotidiano delle forze armate italiane impegnate in oltre trenta missioni internazionali. «Il loro operato – ha detto – testimonia l’impegno del nostro Paese per la pace, la stabilità e il rispetto del diritto internazionale».
Il richiamo alla difesa europea non è nuovo nel pensiero del presidente, ma il tono di quest’anno assume un peso diverso. L’Europa, ha sottolineato, non può più dipendere esclusivamente dagli Stati Uniti per la propria protezione: «Serve una piena assunzione di responsabilità, in un’alleanza che resti salda ma più equilibrata».

Verso una politica di sicurezza comune

Il tema della difesa comune europea è tornato al centro del dibattito politico e diplomatico. L’Italia, insieme a Francia e Germania, spinge per accelerare la creazione di un Comando operativo europeo, in grado di coordinare missioni e strategie di deterrenza.
Le parole del Quirinale sono interpretate come un sostegno politico esplicito a questo percorso. Fonti diplomatiche sottolineano che il discorso di Mattarella si inserisce in un contesto più ampio, che guarda anche al rafforzamento della industria militare europea, alla cooperazione tecnologica e alla condivisione dei fondi per la difesa.

La cornice storica
Il presidente ha voluto collegare il presente alle radici storiche della giornata, ricordando il significato del 4 novembre come data della fine della Prima guerra mondiale e dell’unità compiuta dell’Italia. «Le nostre Forze Armate – ha detto – sono custodi di una storia che ha conosciuto il sacrificio e la ricostruzione, la sofferenza e la rinascita».
Un richiamo che unisce la memoria alla consapevolezza delle nuove sfide. «La pace non è mai un bene conquistato per sempre – ha ammonito – ma un impegno quotidiano, che richiede responsabilità e coesione».

L’Europa al bivio
Nel giorno dedicato ai caduti di tutte le guerre, Mattarella affida dunque un messaggio politico e morale: l’Europa è a un bivio, tra il rischio della frammentazione e la possibilità di costruire una vera Unione di difesa.
«Difendere l’Europa – ha concluso – significa difendere la libertà dei suoi popoli e i valori che la fondano».
Un monito che, in un momento di tensione globale e di incertezze politiche, suona come un invito a non arretrare davanti alla storia.

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