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Manovra, Gimbe: “7,7 miliardi alla sanità ma nel 2028 la spesa scende al 5,9% del Pil”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Manovra, Gimbe: “7,7 miliardi alla sanità ma nel 2028 la spesa scende al 5,9% del Pil”

Secondo la Fondazione Gimbe, la manovra 2026 introduce nuovi fondi per la sanità ma non modifica la rotta complessiva del finanziamento pubblico. Nel testo bollinato dalla Ragioneria, il Fondo sanitario nazionale cresce di 7,7 miliardi complessivi nel triennio: 2,4 miliardi nel 2026 e 2,65 miliardi nel 2027 e nel 2028. Ciò porterà il Fondo a 145 miliardi nel 2028. Tuttavia, il rapporto tra spesa sanitaria e Pil torna a diminuire: dopo una breve risalita nel 2026, nel 2028 scenderà al 5,9%, rispetto al 6,3% del 2024.

Manovra, Gimbe: “7,7 miliardi alla sanità ma nel 2028 la spesa scende al 5,9% del Pil”

Il primo campanello d’allarme per Gimbe è il gap di 6,8 miliardi già nel 2026 rispetto alle stime di spesa sanitaria attese dalle Regioni. La fondazione parla di territori “con una coperta sempre più corta”, evidenziando come l’aggiunta di risorse, pur formalmente consistente, non risulti sufficiente a coprire i costi strutturali in crescita, tra inflazione sanitaria, rinnovi contrattuali, aumento delle cronicità e domanda di assistenza.

Cartabellotta: “Serve rilancio, non maquillage”
Il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta sottolinea che l’analisi è stata condotta “per verificare se, al di là delle cifre assolute, la Manovra 2026 rappresenti davvero un’inversione di tendenza”, cioè un primo passo verso un rilancio stabile del servizio sanitario nazionale, oppure “l’ennesima illusione contabile, che abbaglia con numeri altisonanti abilmente combinati”. La conclusione è negativa: per Gimbe non c’è inversione di marcia, ma continuità con gli ultimi anni.

Crescita nominale, ma nessun impulso progressivo

In termini assoluti, osserva ancora Cartabellotta, la crescita delle risorse nel triennio 2026-2028 è “sostanzialmente uniforme”, quindi priva di quel segnale “progressivo” che ci si attenderebbe in una fase di rilancio. Dopo l’incremento iniziale del 2026, il Fondo aumenta di soli 995 milioni nel 2027 (+0,7%) e di 867 milioni nel 2028 (+0,6%). Il dato che preoccupa Gimbe è soprattutto quello sul rapporto con il prodotto interno lordo: sale al 6,16% nel 2026, per poi scendere al 6,05% nel 2027 e al 5,93% nel 2028.

Professionisti sanitari: “solo briciole”
Sul fronte del personale, la Fondazione segnala che le misure previste non offrono strumenti strutturali per arginare l’emorragia di professionisti dal Ssn, né per sostenere l’attrattività delle strutture pubbliche: ai sanitari “vanno solo briciole”, mentre le assunzioni “sono possibili solo dall’estero”, segno di un sistema che non riesce più a trattenere o formare abbastanza risorse interne.

La ricchezza cresce, la quota sanitaria cala
In sintesi, per Gimbe il problema non è aritmetico ma sistemico: la spesa sanitaria aumenta in valore assoluto ma cala in rapporto alla ricchezza del Paese. Il che, sottolinea Cartabellotta, dimostra che “le cifre assolute per il 2026 appaiono consistenti perché includono risorse già stanziate dalle precedenti manovre”, mentre la quota reale destinata alla salute, rispetto al Pil, torna a ridursi. L’auspicata “inversione di rotta” viene quindi rimandata, secondo la fondazione, “alla prossima legge di bilancio”.

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