“Light is life”, Brescia passa il timone a Bergamo nella Festa delle luci targata A2A

- di: Barbara Leone
 
Calda, onirica, chiara, nebbiosa, morbida, delicata… Quante cose può essere la luce. Quella che quest’anno bacia, illumina e unisce in un unico abbraccio le due città simbolo del drammatico inizio della pandemia: Brescia e Bergamo. Due città che per questo 2023 saranno una sola ed unica Capitale della cultura, diventando altresì le protagoniste assolute di “Light is life”, la Festa delle luci targata A2A ed inserita proprio nell’ambito delle manifestazioni in calendario per celebrare “Bergamo Brescia – Capitale Italiana della Cultura 2023”. Inaugurata a Brescia lo scorso 10 febbraio, la manifestazione ha passato il timone a Bergamo, dove proseguirà sino al 26 febbraio. Patrocinata dai Comuni delle due città, la Festa vuole esprimere una stimolante prospettiva internazionale, e allo stesso tempo punta a coinvolgere le energie produttive, le istituzioni culturali e i luoghi di formazione del territorio.

“Light is life”, Brescia passa il timone a Bergamo nella Festa delle luci targata A2A

Le due città diventano così vere e proprie gallerie d’arte a cielo aperto, grazie alla presenza delle opere di luce che 17 artisti di ogni parte del mondo hanno scelto per animare i luoghi simbolo della Capitale Italiana della Cultura. La Festa vuole anche illuminare il percorso per costruire un futuro sostenibile e solidale. Per questo “Light is Life” nasce con una doppia consapevolezza: ambientale, grazie all’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, e sociale, attraverso il sostegno a Fondazione Banco dell’energia, da anni impegnato a contrastare la povertà energetica in Italia. A2A dona infatti a Fondazione Banco dell’energia una somma equivalente al volume di energia utilizzata per illuminare la manifestazione, oltre alle donazioni raccolte tramite l’iniziativa “Adotta un’opera”, la vendita di merchandising e il Saltafila del Castello di Brescia. I fondi raccolti permetteranno di supportare progetti destinati alle famiglie di Bergamo e Brescia in difficoltà.

La Festa è alimentata da fonti rinnovabili, e le installazioni sono progettate secondo criteri di efficienza energetica. Light is Life è anche un’occasione per divulgare consigli e indicazioni per ottimizzare il consumo energetico domestico. A Brescia l’evento, organizzato in collaborazione con il Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei e ispirato all’esperienza di successo di Cidneon (il festival di light art organizzato del Comitato Amici del Cidneon nel triennio 2017–2019), ha coinvolto in primo luogo Piazza della Loggia, una delle principali piazze della città, dove un suggestivo 3D mapping anima Palazzo della Loggia per tutta la durata della manifestazione. Ed ancora il Capitolium, il tempio romano situato in Via dei Musei, il decumano massimo dell’antica Brixia romana. Ma il vero cuore dell’evento bresciano è stato il Castello, fortificazione di origine medievale, arroccata sul colle Cidneo, all’interno del quale si è snodato un percorso con 15 installazioni luminose che ha dato vita ad un mondo fantastico, onirico, dove la luce e i colori sono protagonisti indiscussi della notte.

A Brescia la luce ha toccato anche il Termoutilizzatore di A2A: la sua torre dalla riconoscibile colorazione azzurra cangiante, progettata negli anni ‘90 da Jorrit Tornqvist, è stata infatti valorizzata da un’illuminazione artistica caratterizzata dai forti toni blu. Trasferitasi venerdì scorso a Bergamo, la Festa tocca ora alcuni dei principali luoghi culturali della Città Alta, con un lungo e suggestivo percorso ove si possono ammirare 12 installazioni luminose. E così, ad esempio, nel Chiostro Maggiore è allestita “Traffic”, scultura mobile di Ivan Navarro, artista cileno che realizza installazioni luminose che riportano al valore simbolico e sociale dell’energia e della luce. Mentre nel Chiostro Minore si trova invece l’emblematica “The time machine” di Federica Marangoni, una clessidra dorata alta tre metri che riflette sul concetto di tempo: un oggetto vitale ed effimero, celebrativo della vita stessa. Ivan Navarro è autore di una seconda installazione, “Bed”, che richiama le fattezze di un pozzo. La collocazione nel Tempietto di Santa Croce è ideale per la presenza, al piano inferiore della piccola cappella, dell’antica fonte battesimale della Basilica. L’opera, dialogando idealmente con la sorgente sottostante, si trasforma in una rivisitazione contemporanea della fonte. La Rocca è invece illuminata da diverse opere, tra cui una seconda installazione di Federica Marangoni, “Go Up”, realizzata in cracked tube neon, un tubo che produce un effetto visivo di continua scarica elettrica, come quello di un fulmine. Mentre la Torre dei Venti, uno dei simboli della città che dal 2010 è stata dichiarata bene di interesse storico artistico e culturale, diventa un segno distintivo della Festa, con una illuminazione architetturale di grande impatto visivo che rappresenta simbolicamente il faro del progresso, di cui la città è da sempre protagonista.

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