Libia: minacce incrociate tra Turchia ed Haftar

 
Si alzano i toni del confronto tra la Turchia ed il maresciallo libico Khalifa Haftar, ormai ad un passo dal dare la parola alle armi.
Ankara ha affermato che risponderà a qualsiasi attacco, da parte dell'uomo forte della Libia orientale, alle unità turche presenti nel Paese in guerra. Una dichiarazione inequivocabile, anche perché a farla è stato il ministro della Difesa turco Hulusi Akar, nel corso di una visita a Tripoli.

"Il criminale di guerra, l'assassino Haftar, e le sue forze devono sapere" - ha detto Akar - "che saranno considerati obiettivi legittimi in caso di attacco alle forze turche".
La Turchia sostiene il governo di unità nazionale nel conflitto in Libia (il Gna), come ha ribadito il ministro Akar aggiungendo: "Se fanno quel passo (se attaccheranno le truppe turche, ndr), non saranno in grado di trovare un posto dove scappare''.

La dura presa di posizione di Akar è giunta a pochi giorni di distanza dalle bellicose dichiarazioni del maresciallo Haftar contro Ankara. Il sostegno militare turco ha consentito alle forze che sostengono il governo di unità nazionale di respingere, nel giugno scorso, l'offensiva lanciata dalle truppe di Haftar per conquistare la capitale libica, Tripoli, dove ha sede il Gna, che è riconosciuto dall'Onu e che da allora controlla l'intero nord-ovest del Paese.

Haftar (che ha l'appoggio di Russia ed Emirati Arabi) ha chiesto di "cacciare l'occupante turco", spiegando che non ci sarà "pace in presenza di un colonizzatore sulle nostre terre". A distanza di poche ore, il capo del governo di unità nazionale Fayez Al-Sarraj ha invece esortato i suoi connazionali a "voltare pagina i dissidi per raggiungere la stabilità" In occasione della sua visita a Tripoli, Akar ha discusso con i funzionari libici come rispondere a una possibile nuova offensiva del maresciallo Haftar: "Ciò che conta è che tutti contribuiscano a una soluzione politica. Qualsiasi altra azione può essere solo negativa", ha spiegato. Il parlamento turco, nei giorni scorsi, ha adottato una mozione che proroga di diciotto mesi l'autorizzazione a dispiegare soldati in Libia.
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