Kennedy: quando il cognome non è un salvacondotto per l'idiozia

- di: Bianca Balvani
 
Se uno si chiama Cavour, il buonsenso impone di pensare che sia un maestro della diplomazia, così come se si chiamasse von Metternich o Talleyrand. Allo stesso modo, se un musicista si chiama Wagner, Beethoven o Verdi ci si aspetta che, dal suo pentagramma, escano solo melodie indimenticabili.
Quindi, seguendo questo schemino, se ti chiami Kennedy, anzi Robert Fitzgerald Kennedy Jr (e quel ''jr'' sta a significare che il padre - nonché fratello di John Kennedy - portava lo stesso nome) non puoi che essere il paladino della democrazia, a costo di essere disposto a sacrificare la vita per essa.

Kennedy: quando il cognome non è un salvacondotto per l'idiozia

Non è così, perché questo ''jr'', che per inciso è candidato alla presidenza degli Stati Uniti, nelle elezioni dell'autunno del prossimo anno, sta riuscendo a sorprendere tutti, con una serie di prese di posizioni soprattutto su temi etici che restano difficili da comprendere.
Ma l'ultima è veramente grossa, non solo perché strizza l'occhio alla parte più becera della galassia dei no vax, quanto perché rasenta, se addirittura non l'ha superato, il confine ultimo che separa il buonsenso dal razzismo. Secondo Robert F. Kennedy Jr, gli "ebrei ashkenaziti e i cinesi" sono "i più immuni" al Covid-19. Intervenendo ad un evento pubblico a New York City, Kennedy ha affermato, parlando del Covid-19, che "c'è un argomento secondo cui (il virus, ndr) è etnicamente mirato ad attaccare caucasici e neri. Le persone più immuni sono gli ebrei ashkenaziti e i cinesi". Premettendo che non è una bufala (in rete c'è un video pubblicato dal New York Post) , Kennedy ha aggiunto che "non sappiamo se sia stato deliberatamente preso di mira o meno".

Un argomento, quello degli ebrei ''volutamente'' immuni dalla pandemia, che in America ha provocato l'immediata reazione delle comunità israelitiche, tenuto conto che gli ashkenaziti - originari dell'Europa centrale e orientale - rappresentano la maggioranza della popolazione ebraica degli Stati Uniti.
Tanto che l'American Jewish Committee,in una dichiarazione, ha detto che "l'affermazione di Kennedy secondo cui il Covid è stato geneticamente modificato per risparmiare gli ebrei e i cinesi è profondamente offensiva e incredibilmente pericolosa". "Ogni aspetto dei suoi commenti riflette alcune delle più abominevoli teorie del complotto antisemita nel corso della storia e contribuisce alla pericolosa ascesa odierna dell'antisemitismo", ha affermato l'organizzazione.

Contro le affermazioni del giovane Kennedy (che comunque ha 69 anni) è scesa in campo anche l'Anti-Defamation League, dicendo che essere si nutrono ''di teorie del complotto sinofobiche e antisemite sul Covid-19 che abbiamo visto evolversi negli ultimi tre anni".
Accortosi, forse, dell'enormità della stupidaggine che ha detto, Kennedy ha tentato una marcia indietro che è apparsa, ai più, patetica e che ha anche aggravato il contesto, sostenendo che la conversazione (in occasione di una cena) avrebbe dovuto essere riservata e che "non ha mai, mai suggerito che il virus Covid-19 fosse mirato a risparmiare gli ebrei". Piuttosto, ha detto, si riferiva a uno studio che "serve come una sorta di prova del concetto per armi biologiche mirate etnicamente".

Dati alla mano (quelli ufficiali dei Centers for Disease Control and Prevention), il rischio di morire di Covid-19 è stato quasi il doppio per i neri e gli ispanici negli Stati Uniti rispetto ai bianchi, così come i due gruppi hanno affrontato un rischio più elevato di infezione da coronavirus con più del doppio delle probabilità di essere ricoverati in ospedale.
Ma questa è una evidenza clinica, non certo il sostegno scientifico alla teoria che dietro lo scatenarsi della pandemia ci sia un disegno etnico. Anche perché sarebbe difficile sostenere la fondatezza della tesi cara a Kennedy, se si considera che tutti gli scienziati concordano nell'indicare il focolaio zero della pandemia in Cina. D'altra parte, queste asserzioni non sorprendono più di tanto, considerato che Kennedy ha sempre manifestato la sua avversione e alla politiche per la massiccia vaccinazione della popolazione americana, avendo Anthony Fauci come principale bersaglio. Ma a creare scalpore - e forse qualche preoccupazione - non è tanto questo, quanto il fatto che Kennedy sembra avere un consenso tra il 15 e il 20 per cento dell'elettorato democratico. E resta difficile comprendere che si dia credito a un personaggio che ha ripetutamente condiviso tesi cospirazioniste, come quella secondo cui le sostanze chimiche prodotte dall'uomo nell'ambiente potrebbero rendere i bambini gay o transgender e causare la femminilizzazione dei ragazzi e la mascolinizzazione delle ragazze.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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