Istat: la revisione dei dati relativi a 2021, 2022 e 2023 ''porta'' 100 miliardi in più

- di: Redazione
 
''La revisione generale dei conti nazionali, con anno di riferimento 2021, ha modificato in misura sensibile le stime dei livelli del Pil e dei principali aggregati negli ultimi anni, con un impatto tuttavia limitato sui loro tassi di variazione. In particolare, rispetto alle stime diffuse a marzo 2024, il Pil nominale del 2021 è risultato superiore di circa 21 miliardi e nel 2022 e 2023, rispettivamente, di 34 e 43 miliardi'': con queste parole l'Istat commenta la pubblicazione dei dati relativi alla revisione generale dei conti nazionali, a fare data dal 2021.

Istat: la revisione dei dati relativi a 2021, 2022 e 2023 ''porta'' 100 miliardi in più

Nel 2023, si legge nella relazione dell'Istituto di Statistica, il Pil ai prezzi di mercato risulta pari a 2.128.001 milioni di euro correnti, con una revisione al rialzo di 42.625 milioni rispetto alla stima di marzo scorso. Per il 2022 il livello del Pil risulta rivisto verso l’alto di 34.209 milioni di euro. Per il 2021 la revisione al rialzo è stata di 20.572 milioni di euro.
Nel 2023 il tasso di variazione del Pil in volume è pari a 0,7%, al ribasso di 0,2 punti percentuali rispetto alla stima del marzo scorso. Sulla base dei nuovi dati, nel 2022 il Pil in volume è aumentato del 4,7%, al rialzo di 0,7 punti percentuali, nel 2021 è cresciuto dell’8,9%, con una revisione di +0,6 punti percentuali.

L'Istat riferisce, poi, che lo scorso anno gli investimenti fissi lordi sono aumentati in volume dell’8,5%, i consumi finali nazionali dell’1,2%, le esportazioni di beni e servizi dello 0,8% mentre le importazioni sono scese dello 0,4%.
Il valore aggiunto in volume nel 2023 è diminuito dell’1,6% nell’industria in senso stretto e del 3,5% nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, mentre è aumentato del 6,7% nelle costruzioni e dell’1,1% nei servizi.
Per quanto riguarda l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil nel 2023 esso è pari a -7,2% (-8,1% nel 2022), migliorato rispetto alla stima pubblicata ad aprile. Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) è pari a -3,5% del Pil.

Quindi, per effetto della revisione, dice ancora l'Istat in relazione ai dati raccolti, ''il Pil in volume del 2023 si è attestato a un livello per la prima volta superiore al massimo raggiunto prima della crisi finanziaria del 2008. La revisione generale dei conti economici e degli aggregati di finanza pubblica ha comportato un miglioramento dell’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil che, per il 2022 e per il 2023, si attesta rispettivamente a -8,1% e -7,2% (dal -8,6% e -7,4% nelle stime rilasciate lo scorso aprile)''.

In ogni caso, il quadro che viene fuori dalla revisione dei dati relativi al Pil non dovrebbero incidere su quanto il Ministero dell'Economia e delle Finanze contemplerà nel Piano strutturale di bilancio a sette anni. Anche perché le nuove valutazioni, sebbene confermino il buon stato di salute della nostra economia, sono meramente statistiche.
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