Istat: "Nel IV trimestre 2020 potere d’acquisto delle famiglie giù dell’1,8%"

- di: Giuseppe Castellini
 

Come nei primi nove mesi dell’anno, l’incidenza del deficit delle Amministrazioni pubbliche sul Pil è sensibilmente aumentata in termini tendenziali (nel IV trimestre 2020, ndr) per la riduzione delle entrate e per il consistente aumento delle uscite, dovute alle misure di sostegno al reddito di famiglie e imprese. Il reddito disponibile delle famiglie ha segnato, dopo il recupero del terzo trimestre, un nuovo calo che si è tradotto in una riduzione del potere di acquisto. Il tasso di risparmio è nuovamente aumentato nel quarto trimestre, per la più accentuata contrazione della spesa per consumi finali delle famiglie”.

Così l’Istat commenta il report realizzato su “Conto trimestrale delle amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società”, relativo al IV trimestre 2020, diffuso oggi.

Dal documento dell’Istituto nazionale di statistica emerge che la pressione fiscale è stata pari al 52%, in crescita di 1,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nonostante la riduzione delle entrate fiscali e contributive. Se si guarda all’interno anno 2020, le percentuale delle entrate totali sul Pil è stata del 47,8%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito dell’1,8% rispetto al trimestre precedente, e i relativi consumi finali del 2,5%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 15,2%, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

“A fronte di un incremento dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi (in sostanza l’inflazione al consumo, ndr) – afferma l’Istat - il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito rispetto al trimestre precedente del 2,1%”.

Se si guarda al tasso di investimento delle famiglie consumatrici, nel quarto trimestre 2020è stato pari al 5,7%, 0,1punti percentuali più basso rispetto al trimestre precedente, a fronte di una flessione degli investimenti fissi lordi del 2,7% e, come detto, della diminuzione dell‘1,8% del reddito lordo disponibile.

La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 43,6%, è rimasta stabile rispetto al terzo trimestre del 2020. Quanto al tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 21,6%, è aumentato di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Per quanto concerne Il conto trimestrale delle amministrazioni pubbliche (Ap), nel quarto trimestre 2020 l’indebitamento netto delle Ap in rapporto al Pil è stato pari al 5,2%. Nello stesso periodo dell’anno precedente risultava un accreditamento dell’1,9%”.

Più in dettaglio, nell’intero 2020 le amministrazioni pubbliche hanno registrato un indebitamento netto pari al 9,5% del Pil, in netto peggioramento rispetto all’1,6% del corrispondente periodo del 2019. In termini di incidenza sul Pil, nel 2020 il saldo primario (ossia al netto degli interessi pagati sul debito pubblico) è stato negativo (-6%), a fronte del +1,8% registrato nel 2019).

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