Dalle aule universitarie alle gallerie d’arte, passando per hackathon e copywriting: storie vere di persone che hanno battuto l’intelligenza artificiale, dimostrando che il genio umano ha ancora carte da giocare.
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Il paradosso dell’era digitale
Viviamo in un mondo dove l’intelligenza artificiale avanza a passi da gigante: produce testi, immagini, compone musica e risolve problemi complessi. Eppure, proprio in questi giorni, gruppi di studenti, professionisti e artisti dimostrano che il colpo d’ala umano può ancora sorprendere. L’IA non è invincibile. Ed ecco le prove.
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Studenti di Salerno: hackathon e vittoria umana
Il 16 aprile 2025 l’Università degli Studi di Salerno ha ospitato la tappa finale del tour nazionale Coding Girls – Rethink: intelligenza artificiale & design, un hackathon che ha coinvolto 96 team provenienti da 16 istituti superiori della Campania, per un totale di oltre 500 partecipanti. L’evento, ospitato al Campus di Fisciano, ha avuto il supporto del Dipartimento di Informatica dell’ateneo e ha messo in luce un aspetto fondamentale: l’IA ha bisogno dell’ingegno umano per brillare davvero.
• Team Error 5 (IIS Don Carlo La Mura di Angri), guidato da Valentina Pagano, ha conquistato il primo premio con “Il borgo nascosto da scoprire”: una mappa interattiva basata su enigmi culturali che fonde AI e storytelling locale.
• Team Africa (IIS Da Procida di Salerno), con Valentina Gianolo leader, ha creato NLD, un’app per valorizzare piccoli siti culturali con IA predittiva e geolocalizzazione.
• Team Five Stars, sempre dell’IIS Don Carlo La Mura, guidato da Marta Celentano, ha proposto Fuori rotta, un sistema che suggerisce percorsi alternativi in base agli interessi personali e ai flussi in tempo reale.
“Abbiamo imparato a usare l’AI come un pennello, non come un pittore che decide per te”, ha detto Valentina Pagano durante la cerimonia di premiazione. Nessuna delle soluzioni sarebbe stata efficace senza la progettazione creativa e la comprensione culturale dei team.
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Quando l’arte confonde l’algoritmo
L’artista australiano Jonathan Zawada ha collaborato con Mark Pritchard e Thom Yorke per il progetto multimediale “Tall Tales”, presentato nel 2024. Nonostante lo stile fosse talmente surreale da sembrare generato da un modello AI, le opere erano realizzate con tecniche prevalentemente tradizionali. “La gente pensa che l’IA sia tutto ciò che è strano. Ma il paradosso è che stiamo dimenticando quanto l’umano possa essere imprevedibile”, ha spiegato Zawada.
L’intelligenza artificiale era stata impiegata solo marginalmente, per ambienti e texture. L’intento era proprio dimostrare come la creatività umana, quando spinta ai limiti, riesca ancora a spiazzare persino i classificatori automatici.
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Il copywriter che batte l’algoritmo
Nel 2024 Search Engine Journal ha condotto un test: testi pubblicitari scritti da copywriter professionisti sono stati confrontati con quelli generati da ChatGPT-4. Il risultato? I contenuti umani hanno ottenuto un tasso di conversione medio del 3,1%, contro il 2,5% delle versioni automatiche.
Uno dei partecipanti al test, Tobias Lowe, copywriter freelance londinese, ha commentato: “L’AI sa come si parla. Ma io so cosa vuole sentire il mio cliente. C’è una differenza”.
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Il Go e la trappola umana
Nel 2023 il giocatore amatoriale Kellin Pelrine ha battuto l’IA KataGo, una delle più sofisticate intelligenze artificiali nel gioco del Go. Il bilancio? 14 vittorie su 15.
Pelrine ha sfruttato un bug comportamentale dell’algoritmo, identificato da un altro software, per costringere l’IA a un errore sistematico: concentrarsi su un lato del tavolo mentre lui costruiva una strategia vincente altrove. “Era come distrarre un gigante con una piuma. E ha funzionato”, ha dichiarato al Financial Times.
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Altri casi che fanno scuola
• Alla University of Waterloo (Canada) un team di studenti ha superato un esame di logica avanzata con risultati superiori a quelli di ChatGPT-4. Il test prevedeva problemi astratti e metaforici, ambiti dove l’intelligenza artificiale tende a fallire.
• A Firenze, nel 2024, il designer Luca Gentile ha vinto un premio per packaging creativo battendo decine di proposte AI. Il suo lavoro “Crepa perfetta”, ispirato ai kintsugi giapponesi, era giudicato “concettualmente irriducibile a una sequenza statistica”.________________________________________
L’ultimo miglio è sempre umano
In tutti i casi esaminati l’IA ha fornito strumenti, ma è stata la mente umana a indirizzare, reinterpretare, sfidare. L’intelligenza artificiale resta un amplificatore, non un creatore autonomo.
La lezione che arriva da Salerno, come da Sydney, Londra o Waterloo, è chiara: l’uomo che conosce i propri limiti e sfrutta l’AI come leva può ancora dettare le regole del gioco.