Industria, Orsini: "Serve un piano triennale per tornare competitivi. A rischio interi comparti"

- di: Giuliana Bosetti
 
“Non siamo di fronte a una crisi congiunturale qualunque, ma alla necessità di salvaguardare interi settori produttivi”. È un appello chiaro e diretto quello lanciato da Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, in un’intervista al Corriere della Sera. Le imprese italiane, secondo Orsini, non possono più permettersi di navigare a vista e serve un piano industriale strutturato su base triennale per rilanciare la competitività del Paese.

Industria, Orsini: "Serve un piano triennale per tornare competitivi. A rischio interi comparti"

Il punto di partenza è la prossima legge di bilancio. “La si chiuda in fretta, confidiamo che l’Ires rimanga come la conosciamo, con un taglio dal 24 al 20%, seppur con alcuni distinguo, ma non basta”, avverte Orsini. La riduzione dell'imposizione fiscale rappresenta un tassello importante, ma deve essere accompagnata da interventi più ampi che tocchino nodi strutturali come logistica, energia e investimenti.

Piano triennale per l’industria

L’urgenza, sottolinea Orsini, è definire un piano industriale della durata di tre anni che individui chiaramente i settori strategici su cui puntare con nuovi investimenti, ma anche quelli che richiedono riconversione produttiva. Tra le priorità, evidenzia, c’è il costo dell’energia, che pesa in modo significativo sulla competitività delle imprese italiane, e l’efficienza logistica, un nodo storico per il sistema produttivo del Paese.

“Servono investimenti pubblici e privati al centro delle politiche industriali”, ribadisce Orsini, richiamando la necessità di una convergenza tra risorse nazionali ed europee. L’Italia, con un debito pubblico che supera i 3.000 miliardi di euro e con tassi d’interesse che scendono troppo lentamente, ha bisogno di un supporto straordinario.

Next Generation EU e nuovi scenari

In questo contesto, il presidente di Confindustria non nasconde l’importanza di un nuovo Next Generation EU, capace di rilanciare la manifattura italiana in una fase in cui il sistema industriale europeo sta affrontando cambiamenti radicali. Il richiamo è alle politiche comuni che possano sostenere le imprese nell’affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale.

“La chiave per il rilancio economico è dare certezze e programmare il futuro. Non possiamo più permetterci di muoverci in emergenza”, avverte Orsini. L’imperativo è chiaro: costruire un piano di politica industriale a medio termine, capace di rispondere con visione strategica alle sfide globali, mettendo competitività, innovazione e sostenibilità al centro delle priorità.

A rischio, conclude Orsini, non è solo il comparto automobilistico, già sotto pressione, ma l’intera tenuta del tessuto industriale italiano. La sopravvivenza delle imprese dipende dalla capacità di attuare politiche industriali coerenti, in un contesto in cui ogni ritardo potrebbe tradursi in un arretramento irreversibile.
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