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Tempesta elettrica a Heathrow: tra blackout e scelte green, il caos accende lo scontro

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Tempesta elettrica a Heathrow: tra blackout e scelte green, il caos accende lo scontro
Il recente blackout che ha messo in crisi l’aeroporto di Heathrow ha sollevato interrogativi pesanti sulle scelte strategiche adottate nella transizione energetica. Mentre i voli venivano cancellati, i passeggeri restavano bloccati e l’operatività dello scalo internazionale più trafficato del Regno Unito si arrestava, dietro le quinte esplodeva uno scontro tra sostenibilità ambientale e affidabilità dei sistemi di emergenza.

Tempesta elettrica a Heathrow: tra blackout e scelte green, il caos accende lo scontro

Nel mirino sono finiti i nuovi generatori ecologici introdotti per sostituire quelli a gasolio, fino a poco tempo fa considerati affidabili riserve di potenza in caso di cali della rete. L’obiettivo era chiaro: ridurre l’impatto ambientale, allinearsi agli standard di sostenibilità richiesti dalle politiche pubbliche e rispondere alle aspettative di un’opinione pubblica sempre più attenta alle emissioni. Tuttavia, al momento della prova, i nuovi sistemi non avrebbero garantito il supporto necessario.

Secondo quanto emerso da fonti interne e dalle prime analisi, durante l’interruzione il sistema non è riuscito a sostenere la domanda di energia necessaria per mantenere in funzione servizi essenziali come torri di controllo, check-in e segnaletica a terra. La società che gestisce l’aeroporto aveva investito in tecnologie meno impattanti dal punto di vista climatico, ma il compromesso sull’affidabilità comincia ora a mostrare tutte le sue fragilità.

La versione ufficiale: “La rete funzionava, non è stato un problema di fornitura”

A complicare ulteriormente lo scenario è intervenuta la National Grid, il gestore britannico della rete elettrica. In una dichiarazione ufficiale, ha escluso che la responsabilità del blackout fosse da attribuire a una carenza di energia o a una congestione del sistema. «La capacità della rete in quel momento era sufficiente – ha spiegato un portavoce – e non si sono verificate anomalie tali da giustificare l’interruzione di servizio. La criticità va cercata altrove, probabilmente nella catena interna di backup dello scalo.»

Un’affermazione che sposta la responsabilità direttamente sul management aeroportuale, e in particolare sulle scelte effettuate nella gestione dell’energia di riserva. Da mesi, Heathrow si è impegnato a ridurre l’uso di combustibili fossili, puntando su fonti rinnovabili e sistemi di supporto di nuova generazione. Ma il costo di una transizione troppo accelerata potrebbe ora rivelarsi molto più alto di quanto previsto.

Voli persi, passeggeri bloccati, fiducia incrinata

Le conseguenze dell’incidente sono state immediate: decine di voli cancellati o ritardati, migliaia di passeggeri rimasti a terra e un’ondata di proteste che ha fatto il giro del mondo in poche ore. Heathrow è un hub strategico per il traffico internazionale e un’interruzione di questa portata ha effetti a catena su numerose tratte intercontinentali.

I sindacati dei lavoratori aeroportuali hanno parlato di «decisioni tecniche prese senza adeguate garanzie», mentre alcune compagnie aeree hanno chiesto risarcimenti per i danni subiti. Anche il governo britannico ha chiesto chiarimenti, con un’interrogazione urgente presentata in Parlamento da parte di deputati conservatori e laburisti, preoccupati per la sicurezza infrastrutturale in una fase di forte transizione energetica.

Una transizione sostenibile può reggere l’urto?

Il caso Heathrow pone una domanda centrale: è possibile coniugare davvero sostenibilità e affidabilità in infrastrutture critiche come gli aeroporti? Le tecnologie green sono la direzione inevitabile, ma occorre bilanciare innovazione e sicurezza, specialmente in ambiti in cui ogni interruzione può avere conseguenze globali.

Nel frattempo, i vertici dello scalo londinese hanno annunciato un’indagine interna e un piano di verifica su tutti i sistemi di backup. Il timore è che altri aeroporti europei, impegnati nella stessa corsa alla decarbonizzazione, possano trovarsi in situazioni simili senza accorgersene. La lezione di Heathrow suona dunque come un campanello d’allarme.

Investire nel futuro significa anche non trascurare la solidità del presente. E quando i motori si spengono, non basta essere green per tenere accese le luci della pista.
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