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Minerali, ricostruzione e geopolitica: l’accordo Usa-Ucraina che cambia le regole del gioco

- di: Marta Giannoni
 
Minerali, ricostruzione e geopolitica: l’accordo Usa-Ucraina che cambia le regole del gioco

Firmato a Washington il patto strategico sulle risorse naturali: un fondo congiunto per la ricostruzione, tra promesse di investimenti e tensioni internazionali.

(Foto: il segretario al Tesoro Usa, Bessent, con il presidente ucraino Zelensky)
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Una firma che vale miliardi (e molto di più)
Stati Uniti e Ucraina hanno siglato a Washington un accordo di portata storica: la creazione del United States–Ukraine Reconstruction Investment Fund, un fondo congiunto destinato a finanziare la ricostruzione dell’Ucraina attraverso lo sviluppo delle sue risorse naturali. L’intesa prevede che entrambi i Paesi contribuiscano equamente al fondo, con il 50% dei proventi derivanti da nuove licenze per l’estrazione di minerali critici, petrolio e gas. Tra le risorse coinvolte figurano alluminio, grafite, litio, titanio e uranio, elementi fondamentali per le industrie tecnologiche e della difesa. 
La vicepremier ucraina Yulia Svyrydenko, presente alla firma insieme al Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent, ha sottolineato che l’accordo rappresenta un passo significativo per entrambi i Paesi, garantendo investimenti strategici e il pieno controllo ucraino sulle proprie risorse. .
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Un percorso accidentato verso l’intesa
Il cammino verso l’accordo non è stato privo di ostacoli. Inizialmente, l’amministrazione Trump aveva proposto condizioni che prevedevano la restituzione degli aiuti militari statunitensi attraverso i proventi delle risorse naturali ucraine, suscitando forti resistenze da parte di Kiev. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva rifiutato tali termini, definendoli inaccettabili e lesivi della sovranità nazionale.
Solo dopo intense negoziazioni e modifiche sostanziali, tra cui l’eliminazione di clausole che avrebbero favorito esclusivamente gli investitori americani, si è giunti a un accordo equilibrato. Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha dichiarato che il fondo sarà gestito congiuntamente e che l’Ucraina manterrà il pieno controllo sulle proprie risorse, senza obblighi di debito per gli aiuti militari ricevuti in passato. 
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Reazioni e implicazioni geopolitiche
Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha definito l’accordo una “pietra miliare” nel percorso verso la fine del conflitto in Ucraina, sottolineando l’impegno degli Stati Uniti per una pace duratura e la ricostruzione del Paese.
Tuttavia, l’intesa ha suscitato preoccupazioni tra alcuni osservatori e cittadini ucraini, in particolare nelle regioni minerarie. Molti temono che la partnership possa portare a un’eccessiva influenza straniera sulle risorse nazionali. In risposta, le autorità ucraine hanno assicurato che tutte le aziende statali, come Energoatom e Ukrnafta, rimarranno di proprietà pubblica e che l’accordo è conforme alla Costituzione ucraina. 
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Un futuro incerto ma promettente
Nonostante le sfide, l’accordo rappresenta un passo significativo verso la ricostruzione dell’Ucraina e il rafforzamento dei legami con gli Stati Uniti. La creazione del fondo congiunto offre un’opportunità per attrarre investimenti internazionali e promuovere lo sviluppo economico, pur mantenendo la sovranità nazionale. Resta da vedere come l’intesa influenzerà le dinamiche geopolitiche nella regione e se contribuirà a una soluzione duratura del conflitto in corso.


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