Tra Space Force e “viaggi romantici”, l'amministrazione USA ripropone l'umiliante offerta del 2019. Ma Copenaghen non ci sta, e l'Europa prepara la risposta.
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La storia si ripete, prima come farsa, poi come ossessione patologica. Dopo il ridicolo mondiale del 2019, quando Donald Trump propose seriamente di comprare la Groenlandia come se fosse un resort di lusso, l'amministrazione americana torna alla carica con J.D. Vance (nella foto con Trump) nel ruolo dell'acquirente invadente.
Il viaggio lampo del vicepresidente USA in Groenlandia questo venerdì – completo di moglie al seguito e giustificazioni fantasiosamente strategiche – non è che l'ultimo, patetico capitolo di una fissazione che ha ormai superato i confini del ridicolo per entrare in quelli della crisi diplomatica. L'episodio patetico precedente è stato di qualche mese fa, quando Trump spedì in Groenlandia il figlio con la scusa di una bisbocciata con gli amici.
2019-2025: Da “affare immobiliare” a occupazione strisciante
“La Danimarca dovrebbe essermi grata, le offro un sacco di soldi!”, sbottava Trump nel 2019 dopo il secco rifiuto dell’allora premier Mette Frederiksen. Sei anni dopo, il metodo è più subdolo ma l’obiettivo identico:
1. La farsa della “visita romantica”
“Mi unirò a mia moglie Usha che già andava in Groenlandia”, ha twittato Vance con la faccia tosta di chi finge una coincidenza, Peccato che nel corteo ci sia anche Michael Waltz, consigliere per la sicurezza nazionale, e che l’agenda includa incontri con la Space Force.
2. Il ricatto della base di Thule
La stazione radar USA in Groenlandia, vitale per la NATO, diventa leva per pressioni sempre più esplicite. “Senza di noi, chi vi difende dai russi?”, è il sottotesto chiarissimo.
3. La minaccia economica
Dopo il blocco statunitense agli investimenti cinesi nel 2023, Washington spinge per sostituirsi a Pechino nello sfruttamento delle terre rare. “Aiuto allo sviluppo” lo chiamano.
La risposta europea: “Questa volta la pagano cara”
Fonti del Quai d'Orsay rivelano che la Francia sta preparando sanzioni mirate contro aziende USA attive in Groenlandia, Intanto a Bruxelles circola un documento che equipara le mosse americane a “pratiche neo-coloniali”.
Il ministro danese della Difesa Troels Lund Poulsen ha tagliato corto: “Abbiamo respinto l'offerta di Trump nel 2019. Respingiamo le pressioni di Vance oggi. La risposta è sempre no”.
Perché questa volta è più pericoloso
Nel 2019 si rise del tycoon che voleva comprarsi un'isola. Oggi la situazione è diversa:
• La Groenlandia ha appena scoperto nuovi giacimenti di nichel.
• La Russia ha intensificato le esercitazioni artiche.
• La Cina ha raddoppiato gli investimenti in Islanda.
“Vance non è lì per caso”, sbotta un diplomatico UE. “È l'avanguardia di un'operazione Hostile Takeover”.
L'unica domanda ora è:
Quanto dovremo aspettare prima che Trump twitti “I DANESI SONO CATTIVI NEGOZIATORI!”? La scommessa è entro 72 ore dal ritorno di Vance.