Gran Bretagna: nessun taglio alle tasse sino a quando l'economia non tornerà a marciare

- di: David Lewis
 
Dopo che, metaforicamente, il Regno Unito aveva pensato di vedere il sole, con la notizia che l'inflazione si è fermata e che, quindi, la nostra vita di cittadini andrà solo a migliorare, ecco che il nostro cielo nitidamente azzurro (è un modo di dire, vista la stagione) viene oscurato dalle parole del cancelliere cancelliere Jeremy Hunt che, dicendo che di tagliare le tasse non se ne parla, ci ha fatto arrivare addosso la classica doccia fredda.
Per evitare che qualcuno potesse intuire anche solo un granellino di ottimismo, Hunt (rispondendo alla richiesta di ridurre il peso del fisco, per aiutare la gente a fronteggiare un costo della vita sempre elevato) ha voluto essere chiaro dicendo che la riduzione delle tasse sarà ''praticamente impossibile'', almeno sino a quando la macchina produttiva del Paese non tornerà a camminare speditamente.
A fare da freno a qualsiasi anche lontana ipotesi di allentare la presa del fisco ci sono, ha detto il cancelliere, gli alti livelli di debito del Paese che pongono di fronte ad alcune "decisioni molto difficili".
Ora, se i sudditi di Carlo III chiedono non proprio di stare bene, ma almeno di essere messi nelle condizioni di stare meglio, l'evidenza con cui fare i conti è che il debito del Regno Unito è attualmente pari al 98,8% del PIL, un livello che non si vedeva dall’inizio degli anni ’60.

Gran Bretagna: nessun taglio alle tasse sino a quando l'economia non tornerà a marciare

A questo punto il dibattito su cosa, ed eventualmente come e quando, fare su questo fronte diventa essenzialmente politico, perché i conservatori, nettamente staccati nei sondaggi rispetto ai laburisti, potrebbero vedere nel ''dossier'' delle tasse un modo per recuperare lo svantaggio.
Anche perché, in seno al partito del premier Rishi Sunak, si sta infoltendo la pattuglia di quelli che pensano che sia un tremendo errore politico mantenere le tasse a livelli storicamente elevati, soprattutto considerando l’alto costo della vita. Una richiesta - ridurre le tasse - che reca in sé una subordinata: se non volete tagliare, almeno indicate un percorso per arrivarci.

Hunt ha voluto spiegare, parlando davanti ai microfoni della BBC, che il debito del Paese è rimasto più alto rispetto a quando ha presentato il bilancio di primavera a marzo, il che significa che non c’è ''spazio extra''. Una situazione, ha detto con tono grave, che ''rende i tagli fiscali praticamente impossibili e significa che dovrò prendere un'altra serie di decisioni francamente molto difficili. Tutto quello che vorrei dire è che, se vogliamo che i costi del debito a lungo termine diminuiscano, allora dobbiamo attenerci davvero a questo piano per abbassare l'inflazione e abbassare i tassi di interesse''.

Se i dati sull'inflazione, che ad agosto è stata al 6,7%, inferiore alle previsioni e ai timori, inducono a pensare in positivo, c'è da ricordare che resta ben al di sopra dell'obiettivo del 2%. E questo fa riflettere perché anche le più elementari regole economiche dicono che in genere i tagli fiscali aumentano la domanda, con il rischio di alimentare l’aumento dei prezzi e tornare alla situazione di inizio anno.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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