Gran Bretagna: si appanna il mito della Royal Mail nel 500esimo anniversario dell'istituzione del servizio

- di: David Lewis
 
500 anni dall'istituzione di qualcosa, di qualsiasi cosa, meritano di essere ricordati.
Come si sta facendo a Londra, dove un intero museo è dedicato alla celebrazione dei 500 anni di storia dei servizi postali britannici. Un traguardo che forse nessun servizio, nella storia del nostro pianeta, può vantare.
Eppure questa sta diventando una storia sempre più triste, perché la Royal Mail, che fa parte integrante della società britannica, sta mancando in quello che un tempo era il suo vanto: consegnare lettere, plichi e passi in tempo.
E non è una cosa di cui si accorge il normale cittadino, negli anni andati abituato a ricevere la sua posta nel tempo minimo necessario a unire i due punti dell'equazione, mittente e destinatario.
Lo ha detto persino Ofcom, l'autorità di regolamentazione delle comunicazioni del Regno Unito, che, evidentemente sulla scorta di proteste oramai generalizzate, è addirittura arrivata a infliggere una multa da 5,6 milioni di sterline alla Royal Mail, addebitandole di non aver raggiunto i propri obiettivi di consegna durante il suo ultimo anno finanziario, terminato a marzo.

Gran Bretagna: si appanna il mito della Royal Mail

Il responso di Ian Strawhorne, uno dei massimi esponenti di Ofcom, è inequivocabile, sostenendo che ''il ruolo della Royal Mail nelle nostre vite comporta un'enorme responsabilità. L'azienda ha deluso i consumatori, e la multa dovrebbe fungere da campanello d'allarme: deve prendere le proprie responsabilità più seriamente".
La sanzione inflitta dall'autorità di regolamentazione delle comunicazioni è comunque solo l'ultimo colpo all'immagine di icona - ancorché travagliata - del Regno, le cui origini risalgono al regno di re Enrico VIII, il monarca che regolava in suoi affari di cuore facendo decapitare le mogli di cui si stancava (due, delle sei consorti in totale, fecero questa fine nella Torre di Londra).

C'è da dire, comunque, che Royal Mail si è trovata davanti a situazioni inattese, come il calo inaspettato della domanda di consegne di pacchi quando i clienti hanno cominciato ad avvertire la crescita del costo della vita e, poi, una volta finita la fase critica della pandemia di Covid-19, l'impennata degli acquisti online è andata scemando.
La pandemia, oltre agli aspetti meramente economici, ha avuto pesanti ripercussioni sulle dinamiche del lavoro, a causa della necessità di distanziamento sociale nei centri postali e negli uffici di consegna locali. Tacendo dell'alto tasso di assenze per malattia legata al Covid.

I numeri sono implacabili: Royal Mail ha registrato una perdita di un miliardo di sterline per l’anno fino a marzo 2023, anche per effetto degli scioperi (che hanno colpito il servizio come altri settori pubblici, nell'ambito di vertenze soprattutto per il miglioramento dei salari). Solo nell'ultimo anno il numero dei suoi dipendenti si è contratto di ben diecimila unità, tra pensionamenti, dimissioni, cancellazioni di posizioni nell'ambito di piano di risparmio dell'azienda.

A queste critiche come Royal Mail risponde?
Lo ha fatto la società madre, International Distributions Services, che ha trovato il responsabile del giudizio negativo di Ofcom alle controversie con i sindacati che hanno portato a 18 giorni di sciopero, ma anche a condizioni meteorologiche estreme ed eventi straordinari (ha citato la chiusura di una pista dell’aeroporto di Londra Stansted). Una linea di difesa che Ofcom ha ribaltato, dicendo che Royal Mail non è riuscita a raggiungere i suoi obiettivi di consegna con un ''margine significativo'', causando ''un danno considerevole ai clienti''.
''Chiaramente -
ha detto ancora Ian Strawhorne, di Ofcom - la pandemia ha avuto un impatto significativo sulle operazioni di Royal Mail negli anni precedenti. Ma abbiamo avvertito la società che non poteva più usare questa scusa e da allora le cose non sono più riuscite a rimettersi in carreggiata''.
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