Gran Bretagna: nuove brutte notizie, altri due anni di difficoltà economiche

- di: David Lewis
 
Sentirsi dire che, per i prossimi due anni, i britannici dovranno ancora subire gli effetti della crisi economica è stata la peggiore notizia della settimana, per i cittadini normali. Per le società, invece, è stata l'annuncio che il governo ha deciso di fare pagare loro più tasse, alzando l'aliquota dell'imposta sugli utili societari. E, tanto per fare capire di fare sul serio, il governo - affidando al cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt, il compito di fare da amplificatore all'impatto emotivo della notizia, parlando ai Comuni - ha anche detto che l'aumento sarò immediato, quindi a partire da aprile.
Come a dire che le società - le coinvolte sono quelle con oltre 250 mila sterline di profitti - non avranno nemmeno il tempo di metabolizzare la notizia che dovranno già tirare fuori dal portafoglio il denaro necessario. Che sarà anche parecchio, visto che l'aumento sarà di ben sei punti percentuali, passando dal 19% attuale al 25%. Una bella legnata.

Gran Bretagna: nuove brutte notizie, altri due anni di difficoltà economiche

L'aumento delle tasse - anche se questo non attenua certo lo sbigottimento delle società - è un argomento molto caro al primo ministro. Rishi Sunak lo aveva annunciato quando, nel 2021, era cancelliere dello Scacchiere, dando il via ad un ampio dibattito che oggi ha visto la parola fine con la decisione del governo, evidentemente alla ricerca di introiti ulteriori per portare avanti le sue politiche, nel difficilissimo compito di recuperare credito in un elettorale che in gran parte ha perso il suo feeling con i conservatori.

Hunt comunque ha tenuto a sottolineare che, anche con questo aumento, il Regno Unito avrebbe ancora l'aliquota più bassa dell'imposta sulle società nel G7. Una magra soddisfazione per le società britanniche alle quali quel che pagano quelle straniere interessa molto poco.
Per Hunt , poi, solo il 10% delle imprese pagherebbe l'aliquota intera, anticipando che la sua nuova politica di "spesa completa del capitale" equivale a una riduzione dell'imposta sulle società del valore medio di 9 miliardi di sterline all'anno. La politica di "spesa totale del capitale" significherà che le aziende possono detrarre la spesa per investimenti dai profitti, il che significa che devono pagare importi inferiori di imposta sulle società.

Inizialmente la politica sarebbe stata in vigore per tre anni, ma il governo sperava di renderla permanente "non appena potremo farlo responsabilmente", ha affermato il cancelliere.
Se qualcuno si sta chiedendo che tipo di impatto hanno notizie come queste nella gente, la risposta è abbastanza scontata: pochissimo, per il semplice motivo che vengono viste come cose che colpiscono chi i soldi ce l'ha, non quelli che stentano a pagare le bollette o, peggio, hanno stretto a tale punto i loro consumi da ridurre il budget domestico destinato all'acquisto del cibo.

Non siamo alla fame, diciamolo chiaramente, ma i bilanci familiari risentono di questa situazione di incertezza che ci portiamo dietro da troppo tempo. E viene da ridere quando leggiamo che la ''disinformazia'' russa ci descrive come talmente disperati da andare a caccia di scoiattoli pur di potere avere qualcosa da mangiare. Comunque, in un panorama di notizie desolanti (come quella che un quarto degli impiegati degli uffici passaporti sciopereranno in aprile per una settimana di fila), ogni tanto ne arriva una positiva. Il governo ha infatti annunciato che estenderà l'attuale sostegno economico alle bollette energetiche per altri tre mesi, nel tentativo di stimolare la crescita. Quindi, traducendo la misure in cifre, le bollette energetiche domestiche in Gran Bretagna anziché salire, a partire da aprile, a 3.000 all'anno, resteranno a 2.500 fino a giugno.
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