Gb: domani l'incoronazione di Carlo. Ma poi speriamo si torni alla normalità
- di: David Lewis
Facendo parte della maggioranza dei britannici, che sono affezionati alla monarchia, non amandola comunque alla follia, anche io aspetto che domani il re Carlo III sia incoronato e che concluda una attesa che è durata qualche decennio di troppo.
Certo, vedere che il monarca ha superato abbondantemente la settantina (come d'altra parte la regina Camilla) qualche domanda la impone, sui meccanismi che regolano questa materia. Così come il fatto che sia cosa opportuna spendere decine e decine di milioni di sterline per la cerimonia, facendo quasi finta che il Regno Unito viva un'epoca normale, e non vedendo che la Gran Bretagna attraversa una crisi economica durissima.
Quindi, mentre il corteo regale, domani attraverserà le strade di Londra, davanti alle mense degli enti caritatevoli si formeranno le file di ieri (e di domani), mentre ci saranno famiglie che guarderanno le previsioni meteorologiche per capire se è in agguato il maltempo, che significa dovere riavviare i riscaldamenti domestici, mai come in questi mesi carissimi.
Gb: domani l'incoronazione di Carlo. Ma poi speriamo si torni alla normalità
Non è un banale ragionamento, perché è proprio così. Eppure noi domani festeggeremo il fatto che la corona reale sarà poggiata sul capo di Carlo III, godendo dell'aspetto estetico e coreografico della cerimonia, magari alimentando la speranza che la pattuglia di irriducibili repubblicani si limiti a urlare qualche slogan o a innalzare cartelli, ma senza fare altro. Intanto la città sta con il fiato sospeso, in attesa di vedere e sentire, di guardare e bearsi.
I quotidiani, da quelli vicini alla monarchia a quelli tradizionalmente da essa distanti, sono quasi monotematici, inondando i lettori di notizie, fotografie, indiscrezioni che riguardano i momenti della cerimonia, menù, gioielli, scalette musicali, abiti e tutto il resto.
Ma ci sono notizie e notizie e a me, che vivo nel mondo reale, in cui un paio di scarpe devono essere comode e adatte all'abbisogna, ha fatto sensazione sapere che le calzature che domani indosserà Carlo III sono costate, pence più, pence meno, 3.500 sterline. Se avete un dubbio, lo riscrivo sostituendo le lettere ai numeri: tremilacinquecento sterline.
Le scarpe (tecnicamente sono chiamate décolleté con fiocco, anche se quest'ultimo ornamento è stato sostituito per l'occasione con una fibbia con lo stemma di famiglia)) sono state realizzate, su misura, da un calzaturificio di Kettering, Gaziano e Girling.
Sinceramente, a colpirmi, da lettore sia pure britannico, è che il co-fondatore dell'azienda Tony Gaziano, cui è toccato il compito, impegnativo, di misurato più volte i piedi del re (lunghezza, larghezza, altezza, credo...), li ha definiti come "delicati". Un aggettivo che, confesso, trovo gentile, trattandosi di piedi, semplici piedi che, anche se regali, non credo meritino definizioni celebrative.
Come Cicerone (quello di ''pro domo sua''), Gaziano parla anche per magnificare il suo lavoro (con tutte le ricadute mediatiche e di marchandising di cui l'occasione sarà moltiplicatore), dicendo che le scarpe sono state progettate per sembrare formali. Ma, ecco la verità disvelata, "hanno il comfort di una scarpa da ginnastica'', che torneranno utili per quando dovrà stare per lunghi periodi in piedi nel corso della cerimonia. Questa rivelazione mi ha portato ad auspicare che le persone normali, che lavorano in piedi e non ad una scrivania (dai commessi e commesse, ai camerieri, persino alle guardie reali, che stanno ore, impalate e immobili, davanti ai palazzi della monarchia), possano tutte fruire delle calzature di Gaziano and Girling.
Ok, una speranza, ma se mi togliete anche questo è veramente cattiveria.
Un'ultima notizia: sapete quante ore di lavoro sono servite (non considerando la presa delle misure e le piccole modifiche) per confezionare le regali ciabatte? Appena 96...