Il governo italiano ha richiesto a UniCredit la massima trasparenza sui termini della proposta di acquisizione di Banco BPM, la terza banca del Paese per attivi. Utilizzando il "golden power" — una normativa che consente di monitorare e, se necessario, bloccare operazioni di rilevanza strategica — l’esecutivo intende approfondire ogni dettaglio dell’offerta non sollecitata da 10 miliardi di euro avanzata dalla banca guidata da Andrea Orcel.
La mossa del governo riflette l’importanza strategica di Banco BPM per il sistema bancario italiano, in particolare per il ruolo che la banca gioca nel sostenere le Pmi e le famiglie italiane. La richiesta implica che UniCredit dovrà fornire non solo i dettagli finanziari dell’operazione, ma anche l’impatto che potrebbe avere sul mercato del credito e sull’occupazione.
Un’offerta controversa
L’offerta di UniCredit arriva in un contesto di consolidamento bancario europeo, spinto dalla necessità di competere con giganti globali e migliorare la redditività. Tuttavia, questa proposta ha suscitato reazioni contrastanti. Alcuni analisti vedono l’acquisizione come un’opportunità per creare un campione nazionale in grado di competere a livello internazionale. Altri, però, temono che una fusione possa portare a una razionalizzazione che metta a rischio posti di lavoro e riduca l’accesso al credito per le piccole imprese.
Secondo fonti vicine al governo, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha sottolineato che la tutela dell’interesse nazionale sarà prioritaria nel processo di revisione. "Il golden power non è solo uno strumento difensivo, ma anche un mezzo per garantire che operazioni di questa portata vadano a vantaggio dell’economia italiana nel suo complesso," ha dichiarato un funzionario ministeriale, che ha chiesto di rimanere anonimo perché non autorizzato a parlare pubblicamente.
Il ruolo del golden power
Il golden power è stato introdotto in Italia nel 2012 e rafforzato negli anni recenti per proteggere i settori considerati strategici, come energia, telecomunicazioni e finanza. Il caso UniCredit-BPM rappresenta un raro esempio di applicazione nel settore bancario, riflettendo l’importanza crescente delle istituzioni finanziarie nell’agenda economica del governo.
Fonti ufficiali hanno confermato che il processo di revisione potrebbe richiedere diverse settimane, se non mesi. Durante questo periodo, UniCredit sarà chiamata a fornire rassicurazioni sul rispetto degli impegni sociali e ambientali, oltre che sulla sostenibilità economica dell’operazione.
Reazioni dal mondo finanziario
Gli investitori stanno osservando con attenzione l’evolversi della vicenda. Le azioni di UniCredit sono rimaste stabili dopo l’annuncio della revisione, mentre Banco BPM ha registrato un leggero calo, segno dell’incertezza sul futuro dell’operazione.
“UniCredit sta cercando di posizionarsi come leader nel mercato europeo, ma l’intervento del governo potrebbe rallentare i suoi piani,”, afferma Stefano Baraldi, analista di Mediobanca. “Tuttavia, l’uso del golden power è coerente con la necessità di proteggere l’infrastruttura finanziaria del Paese.”.
Le prossime mosse
Nel frattempo, UniCredit non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, limitandosi a confermare l’intenzione di collaborare pienamente con le autorità italiane. Gli occhi ora sono puntati sul Consiglio dei Ministri, che avrà l’ultima parola sull’operazione.
Questa vicenda, che combina finanza, politica e strategie industriali, rappresenta un test cruciale per il governo Meloni, che ha fatto della protezione degli interessi strategici italiani un pilastro del suo mandato.
(Nella foto Banco Bpm sede Di Milano riflessa su una filiale Unicredit)