Giappone, assolto dopo 50 anni dalla condanna a morte. Ma, devastato dalla demenza senile, non lo sa

- di: Redazione
 
Più di cinquant'anni dopo essere stato condannato a morte, con l'accusa di avere sterminato una famiglia e sulla base di prove circostanziali e di una confessione rilasciata sotto costrizione, Iwao Hakamata è stato dichiarato innocente. Ma lui non lo saprà mai: la sua mente, devastata dalla demenza senile, lo isola dal mondo esterno, non mostrando di accorgersi di quel che gli accade intorno.
Oggi un tribunale giapponese ha assolto Hakamata, 88 anni, segnando la fine di una storia processuale che ha messo sotto accusa il sistema giudiziario giapponese e la pena di morte, ancora applicata.
Il tribunale distrettuale di Shizuoka ha ritenuto che gli abiti macchiati di sangue, che costituirono la prova principale per condannare Hakamata, furono collocati nel luogo del loro ritrovamento molto tempo dopo gli omicidi.

Giappone, assolto dopo 50 anni dalla condanna a morte. Ma, devastato dalla demenza senile, non lo sa

Hakamata fu per un breve periodo un pugile professionista, ritirandosi nel 1961. Trovò lavoro in uno stabilimento di lavorazione della soia a Shizuoka, nel Giappone centrale. Quando il capo di Hakamata, la moglie e i loro due figli furono trovati accoltellati a morte nella loro casa (poi data alle fiamme), nel giugno di cinque anni dopo, Hakamata, all'epoca divorziato e lavoratore in un bar, divenne il principale sospettato della polizia.
Dopo giorni di incessanti interrogatori, Hakamata ammise le accuse, che ritrattò successivamente dicendo che la confessione gli era stata estorta dalla polizia che lo aveva minacciato e picchiato. Hakamata, che si è sempre dichiarato innocente, avrebbe trascorso più di metà della sua vita in attesa di essere impiccato prima che nuove prove portassero al suo rilascio un decennio fa.

Dopo che un test del DNA sul sangue trovato sui pantaloni non rivelò alcuna corrispondenza con Hakamata o con le vittime, la Corte distrettuale di Shizuoka ordinò un nuovo processo nel 2014. Dopo decenni di prigionia, la salute mentale di Hakamata è peggiorata e lui "vive nel suo mondo", ha affermato la sorella Hideko, 91 anni, che da tempo si batte per la sua innocenza.
Hakamata parla raramente e non mostra alcun interesse per le altre persone, ha detto Hideko aggiungendo: "A volte sorride felice, ma è quando è nel suo delirio''.
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