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Pacifico, Cina pigliatutto: bye bye Donald. E Xi vedrà anche i leader UE

- di: Bruno Coletta
 
Pacifico, Cina pigliatutto: bye bye Donald. E Xi vedrà anche i leader UE
Xi Jinping rafforza le alleanze nel sud-est asiatico mentre gli Usa si isolano con la guerra dei dazi. E Xi incontrerà anche i leader dell'Unione europea. L'America sola e isolata, è il disastro geopolitico di Trump.
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La Cina si prende il Pacifico mentre gli Stati Uniti si chiudono in un isolamento sempre più evidente. Dal 14 al 18 aprile Xi Jinping sarà in missione in Vietnam, Malaysia e Cambogia, tre Paesi colpiti duramente dai dazi americani ma sempre più vicini a Pechino. Il viaggio, nel pieno della guerra commerciale con l’amministrazione Trump, è una mossa geopolitica ad alto rischio che potrebbe segnare il sorpasso strategico cinese in un’area cruciale per gli equilibri globali.
Rafforzeremo i legami strategici con i Paesi vicini”, ha detto Xi nel suo primo discorso dopo l’escalation commerciale con gli Stati Uniti. L’obiettivo è chiaro: approfittare dell’aggressività americana per consolidare l’influenza cinese nel cuore dell’Asean, l’organizzazione che riunisce i dieci Paesi del sudest asiatico, ormai primo partner commerciale della Cina davanti a Unione Europea e Usa.

Dazi Usa, autogol strategico
Trump ha imposto tariffe pesantissime: 49% alla Cambogia, 46% al Vietnam, 24% alla Malaysia. Poi ha fatto un parziale dietrofront, sospendendo le misure per 90 giorni — con l’eccezione della Cina — nella speranza di stringere accordi bilaterali. Ma il danno è fatto. I Paesi asiatici, già irritati, si aprono sempre più a Pechino, che promette investimenti, stabilità e catene di approvvigionamento resilienti.
Il Vietnam, in particolare, ha manifestato la disponibilità ad azzerare le proprie tariffe per evitare lo scontro con Washington. Ma intanto accoglie Xi con tutti gli onori, segno che sta giocando su due tavoli. E sa perfettamente qual è quello più stabile.

Una rete alternativa a guida cinese
Il messaggio lanciato da Xi è netto: “Costruiremo una comunità con un futuro condiviso”. Lo ha detto senza mezzi termini in un recente convegno a Pechino sulle relazioni con i Paesi vicini. E lo ha ribadito nei fatti: la quota di export cinese verso l’Asean è salita dal 12,8% del 2018 al 16,4% nel 2024. Pechino, insomma, costruisce pazientemente una rete alternativa, a prova di dazi americani.
Il Quotidiano del Popolo, voce del Partito comunista, ha parlato di “enorme potenziale” dei mercati emergenti asiatici. E Xi, con le sue visite, sta trasformando quella previsione in realtà.

A luglio il summit Ue-Cina
Intanto l’Europa si prepara a riaprire il dialogo con Pechino. Fonti del South China Morning Post confermano che a luglio si terrà un vertice straordinario tra Xi Jinping e i leader dell’Ue, tra cui Ursula von der Leyen e Antonio Costa. Il summit, che secondo il protocollo avrebbe dovuto tenersi in Europa, si svolgerà invece in Cina: segno dell’urgenza e della volontà europea di sottrarsi al ricatto commerciale di Trump.
La tensione Ue-Cina resta alta sul fronte dei diritti e del sostegno cinese a Mosca, ma la priorità oggi è difendere gli interessi industriali — a partire dall’auto elettrica — da una guerra dei dazi che minaccia la tenuta del mercato unico.

La solitudine americana
Washington, nel frattempo, sembra muoversi in ritardo e senza visione. Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha ammesso che gli Usa intendono costruire un fronte comune prima di affrontare Pechino. Ma il paradosso è evidente: mentre la Cina unisce, gli Stati Uniti dividono. E si ritrovano sempre più soli proprio là dove avevano investito decenni di alleanze, dal Vietnam alla Malaysia.
Il viaggio di Xi e il vertice con l’Ue segnano una svolta. La politica di Trump, aggressiva e miope, rischia di fare della Cina il nuovo polo globale. E a Washington, il mantra dell’“America First” inizia a suonare come una formula stanca. La realtà, oggi, è che nel Pacifico è la Cina a dare le carte.

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