FOTO (Cropped): Sergio D’Afflitto - CC BY-SA 3.0 IT
Dopo ottobre, mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno, novembre diventa il momento simbolico per ricordare agli uomini l’importanza della salute urologica. È il mese del cosiddetto Movember, la campagna internazionale di sensibilizzazione sulla prevenzione e la diagnosi precoce del tumore della prostata, che in Italia conta oltre 40 mila nuove diagnosi ogni anno.
Tumore alla prostata, dal Gemelli le novità su diagnosi e trattamento
Il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma è da tempo uno dei punti di riferimento nazionali nella cura di questa malattia. Qui si lavora quotidianamente per migliorare la diagnosi precoce e i trattamenti chirurgici e farmacologici, grazie a un approccio multidisciplinare che coinvolge urologi, oncologi, radiologi e specialisti in riabilitazione.
Sintomi da conoscere e controlli regolari
Secondo il professor Bernardo Rocco, direttore dell’Urologia al Gemelli, i sintomi del tumore prostatico spesso non sono immediatamente riconoscibili. Possono infatti essere confusi con disturbi più comuni, come l’ipertrofia prostatica benigna. Tuttavia, ogni variazione nel modo di urinare, come la difficoltà a trattenere o iniziare la minzione, un flusso debole o intermittente, la comparsa di sangue nelle urine o nel seme, oppure la sensazione di dolore durante la minzione, può rappresentare un segnale d’allarme. Anche i dolori persistenti nella zona lombare o alle anche meritano attenzione.
“È buona regola – spiega Rocco – sottoporsi a controlli periodici a partire dai cinquant’anni, o prima se in famiglia ci sono stati altri casi di questo tumore.” La diagnosi precoce resta infatti la chiave per una cura efficace: individuare il carcinoma in fase iniziale permette di ottenere percentuali di guarigione che superano il novanta per cento.
Prevenire con lo stile di vita
Non esistono strategie infallibili per evitare il tumore della prostata, ma alcune abitudini possono ridurne sensibilmente il rischio. Una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura, con un consumo moderato di carni rosse e grassi animali, rappresenta il primo passo. Pomodori, broccoli e cavolfiori contengono sostanze antiossidanti utili a proteggere la prostata.
Esporsi al sole per almeno dieci minuti al giorno contribuisce a mantenere buoni livelli di vitamina D, mentre l’attività fisica regolare aiuta a controllare il peso corporeo, fattore determinante nella prevenzione oncologica. “Il sovrappeso e l’obesità – spiega ancora Rocco – sono elementi che possono favorire lo sviluppo di questa neoplasia, così come il fumo o l’abuso di alcolici.”
Accanto ai fattori modificabili, restano però variabili su cui non è possibile intervenire, come l’età, la predisposizione genetica e l’appartenenza a determinati gruppi etnici, tra cui le popolazioni afro-discendenti, considerate più a rischio.
Le nuove frontiere della diagnosi precoce
L’approccio diagnostico si è evoluto notevolmente negli ultimi anni. Il test del PSA, l’antigene prostatico specifico, rimane un riferimento fondamentale, ma viene oggi integrato con strumenti di imaging sempre più precisi, come la risonanza magnetica multiparametrica. Questa tecnologia consente di individuare eventuali lesioni sospette e di pianificare in modo mirato eventuali biopsie, evitando procedure inutili.
Al Gemelli, la strategia è quella della personalizzazione: ogni paziente viene valutato nel suo insieme, tenendo conto dell’età, dei valori ematochimici e della familiarità. “Il nostro obiettivo – sottolinea Rocco – è riconoscere il tumore quando è ancora confinato alla prostata, in uno stadio in cui la malattia è curabile nella maggior parte dei casi.”
Trattamenti mirati e chirurgia robotica
Le innovazioni nel campo terapeutico hanno trasformato radicalmente l’esperienza dei pazienti. Al Gemelli, la chirurgia robotica è diventata parte integrante della pratica clinica. Le operazioni vengono eseguite con l’ausilio di robot di ultima generazione, che permettono interventi più precisi e meno invasivi.
“Grazie alla tecnologia – spiega Rocco – possiamo preservare le strutture nervose che controllano la continenza urinaria e la funzione sessuale, offrendo una qualità di vita migliore dopo l’intervento.” Parallelamente, la ricerca farmacologica ha portato all’introduzione di nuove terapie ormonali, radiometaboliche e immunologiche, sempre più mirate a colpire selettivamente le cellule tumorali, riducendo gli effetti collaterali.
La cultura della prevenzione come alleata
Novembre, con la sua campagna di sensibilizzazione, non è solo un’occasione simbolica. È un invito rivolto a tutti gli uomini a parlare apertamente di salute, superando i tabù che ancora circondano la prevenzione urologica.
La Fondazione Gemelli promuove in queste settimane incontri informativi, screening gratuiti e campagne di comunicazione per ricordare che il tempo gioca un ruolo decisivo. “La consapevolezza – conclude Rocco – è la prima cura. Riconoscere i sintomi, affrontare la paura e sottoporsi ai controlli regolari può salvare la vita. Oggi abbiamo strumenti diagnostici e terapeutici potentissimi, ma funzionano solo se arriviamo in tempo.”
Il messaggio, chiaro e diretto, è quello di un invito alla responsabilità: la prevenzione non è un gesto di debolezza, ma un atto di forza e di cura verso se stessi.