Free park: attenzione a non fare un eroe del paladino della sosta corretta

- di: Bianca Balvani
 
Le scritte sulle fiancate delle automobili - evidenti, ancorché talvolta sgrammaticate -, parcheggiate contro il Codice e anche contro il rispetto per i diritti degli altri, hanno creato a Roma un altro idolo, uno sconosciuto paladino che, armato di bomboletta di vernice spray (più d'una, visto che deve adattare il colore a quello del veicolo preso di mira), ''marchia'' i veicoli fuorilegge, ponendoli al pubblico ludibrio.
Ad oggi sono quattro i casi registrati e forse, visto che le sue azioni hanno elevato il livello di attenzione su di lui (sempre che sia una sola persona e non un collettivo, come pure potrebbe essere), si potrebbe registrare un loro rallentamento, in attesa che si calmino le acque. L'alone di fustigatore degli abusi, di persecutore della protervia e dell'arroganza, di novello Robin Hood dell'automobilista vessato sta facendo registrare consensi per ''Free park'' come è stato ribattezzato

Free park: attenzione a non fare un eroe del paladino della sosta corretta

Ed è in fondo una cosa normale perché la maggioranza delle persone (quelle che, non avendo un box o la possibilità di pagare un parcheggio, le lasciano le automobili in strada) quando vedono la loro vettura bloccata da altre, che se ne impipano di divieti, vanno in bestia. Soprattutto quando ad essere colpiti dalla maleducazione altrui sono spazi destinati ai veicoli di persone con difficoltà riconosciute. Ma il fatto di plaudire ad una azione dimostrativa rischia di tramutarsi in un pericoloso moltiplicatore della rabbia.
Anche se il raggio d'azione di ''Free park'' è limitato a poche zone della città di Roma, chi oggi plaude al suo coraggio (perché ce ne vuole: immaginate solo per un istante quel che potrebbe accadere se il proprietario dell'auto ''taggata'' lo sorprendesse sul fatto) dovrebbe avere un po' di prudenza perché gli eroi popolari - quelli che vengono considerati tali - possono mettere in moto un meccanismo di emulazione che una società civile non può consentire.

La giustizia di strada non appartiene alla civiltà, anche se l'indignazione per comportamenti offesivi è naturale e giustificata. Ma non possiamo pensare che sconosciuti si sostituiscano alle istituzioni, come se si sentissero Batman a Gotham City. Ed è qui che il discorso merita di essere allargato perché, se l'esasperazione spinge qualcuno a sostituirsi alle istituzioni appena citate, è solo perché esse falliscono nel loro mandato di guardiani delle leggi e del bene comune.
Se la città di Roma avesse un corpo di polizia municipale messo in condizione di onorare i suoi compiti di istituto, tutto questo non avrebbe senso e ''Free park'' si potrebbe limitare ad applaudire l'apposizione di una multa sotto il tergicristallo delle auto parcheggiate male e a stappare magnum di spumante all'apparire del carro attrezzi per la loro rimozione. E invece questa, che dovrebbe essere la normalità per i romani, ha il profilo di una visione mistica, perché di vigili urbani per le strade se ne vedono pochissimi (se non al centro e nei luoghi sensibili per la circolazione) ed è una apparizione da mandare ai posteri se li si vede in azione in periferia. Quale appunto quella di cui ''Free park'' si è autonominato ''guardiano della galassia'' stradale.

Il Comune, dicono coloro che si ergono a difensori d'ufficio del Campidoglio, fa quel che può.
Ma è una visione salvifica che non salva nessuno, perché i vigili numericamente ci sono, ma la maggior parte non viene mandata sulle strade, impegnati come sono in altre incombenze, che non possono essere affidate ad altri. Non vorremmo fare paragoni, ma come non pensare a come le strade di altre importanti capitali vengono sorvegliate, soprattutto dal punto di vista del rispetto delle regole, per capire come Roma sia, a essere benevoli, un paio di gradini sotto le altri metropoli?
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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