EY: "Mutui in calo nel 2024 (-0,9%) ma in ripresa dal 2025 (+1,7%)"

- di: Redazione
 

L'EY European Bank Lending Economic Forecast 2024 ha evidenziato come il credito bancario al settore privato in Italia calerà per il secondo anno consecutivo nel 2024 per poi salire nel 2025 e nel 2026.

EY: "Mutui in calo nel 2024 (-0,9%) ma in ripresa dal 2025 (+1,7%)"

Il report prevede un’ulteriore contrazione dello 0,9% nell'anno in corso dei mutui ipotecari dopo quella dello 0,5% del 2023, mentre  per il 2025 e il 2026 è prevista una salita rispettiva dell'1,7% e del 3%.
I prestiti alle imprese scenderanno per il quarto anno consecutivo (-3,4% nel 2024), prima di tornare a crescere del 2,4% nel 2025 e del 2,7% nel 2026.

Il settore dei mutui in Italia, dopo un calo nel 2023, rimane fragile, ma mostra segnali di miglioramento. I tassi ipotecari, saliti al 4,5% alla fine dell’anno scorso a causa delle politiche restrittive della BCE, hanno iniziato a scendere, attestandosi al 3,6% a maggio 2024.

L’andamento dei tassi della BCE influenzerà il mercato dei mutui nel breve termine, ma con il progressivo taglio dei tassi si prevede una ripresa nei prossimi anni con una crescita del prestito ipotecario dell'1,7% nel 2025 e del 3% nel 2026, leggermente inferiore rispetto alla media europea (2,8% nel 2025, e 4,1% nel 2026).

La crescita del credito al consumo in Italia, pur rallentando all'inizio del 2024, mantiene un ritmo solido del 4% sostenuto dai miglioramenti nei fondamentali economici, dalla riduzione dell'inflazione, dall'aumento dei salari nominali e da un mercato del lavoro forte. Il tasso di risparmio resterà alto, limitando la crescita dei consumi privati (0,2% nel 2024 e 1% nel 2025), col credito al consumo netto che dovrebbe salire del 3,5% nel 2024, per poi salire al 4,9% nel 2025 e al 5,7% nel 2026.

Le aziende italiane hanno ripreso a ridurre il loro indebitamento, con i prestiti netti alle imprese calati del 4% nel 2024, portando il debito aziendale al livello più basso dal 2005, pari a circa il 30% del PIL, ben al di sotto del 40% del 2020 e del picco del 55% del 2010. Si stima per il 2024 una riduzione dei prestiti alle aziende del 3,4% (la contrazione più significativa tra le maggiori economie dell’Eurozona), che poi torneranno a crescere negli anni successivi (2,4 nel 2025 e 2,7 nel 2026).

Gli NPL in Italia, pur avendo raggiunto livelli superiori a quelli di altre economie dell'Eurozona, si sono ora attestati attorno al 3% sul totale dei prestiti lordi, ben al di sotto della media del 12,5% riscontrata nel periodo di picco tra il 2015 e il 2019.

Stefano Battista, Italy Financial Services Market Leader di EY (nella foto), ha commentato: “In Italia, alla vitalità del credito al consumo si contrappone la debolezza dei prestiti alle imprese iniziata durante la crisi del debito dell’Eurozona, fragilità che influenza la domanda complessiva di credito. Tuttavia, la prevista riduzione dei tassi di interesse e l’attenuarsi verso i livelli attesi dell’inflazione al 2% porteranno ad una ripresa della domanda di credito già a partire dal 2025. Per il settore bancario questa è una grande opportunità per orientare la propria agenda verso la trasformazione e lo sviluppo, con un rinnovo degli investimenti in innovazione di prodotto e tecnologie, di cui l’Artificial Intelligence rappresenterà una componente essenziale. Inoltre, rimarrà prioritaria la necessità di continuare a migliorare la customer experience per favorire la crescente domanda di servizi da parte della clientela”.

Filippo Mastropietro, Banking & Capital Markets Leader di EY in Italia, ha aggiunto: "In previsione di un ritorno ad una politica monetaria meno restrittiva ci si aspetta anche una naturale ripresa del credito verso famiglie e imprese. In parallelo, maggiori volumi di erogato, uniti ad un contesto inflattivo ancora sopra i livelli di guardia e ad uno scenario macroeconomico incerto e volatile, potrebbero necessitare di maggiore attenzione da parte delle banche verso la qualità del credito, sulla quale si sono riscontrati primi segnali di nuovo deterioramento nella prima parte del 2024. In generale l’outlook rimane comunque positivo e grazie al progressivo miglioramento di alcuni fondamentali dell’economia italiana, nel 2025 - per la prima volta dal 2018 - non si attendono contrazioni nelle diverse categorie del credito. Questa previsione offre l'opportunità alle banche di riequilibrare le priorità aziendali: la necessaria attenzione posta negli scorsi anni sul miglioramento della qualità degli attivi e dei ratio patrimoniali ha creato una solida base sulla quale il settore bancario può ora costruire un'agenda più orientata alla crescita. Nei prossimi anni, infatti, ci aspettiamo un focus ancora maggiore su tecnologia trasformativa, innovazione e sostenibilità".

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