Sabato 19 luglio, alle 21:30, Etruscopolis apre le sue viscere al pubblico in una visita guidata notturna che trascende il concetto di museo. Nella penombra, tra ombre e candele, si entra in un altrove fatto di arte, storia e carne viva. Qui, più che una memoria del passato, si incontra una famiglia che è diventata essa stessa l’estensione del mondo etrusco: i Bordo. Ultimi etruschi viventi, eredi e custodi di un sapere che sfida il tempo e le definizioni.
Etruscopolis, il mistero degli Etruschi al lume di candela
C’è una Tarquinia che si lascia fotografare: torri medievali, necropoli famose, il Duomo, i tetti rossi e i venti antichi che soffiano sulla città. Ma sotto questa superficie di cartolina si nasconde una Tarquinia più profonda, che non si vede e non si consuma, una Tarquinia scavata a mano, figlia della volontà solitaria di un uomo che ha trasformato il buio in luce e la roccia in memoria. Questo è Etruscopolis. Non una semplice struttura museale, non un’attrazione per famiglie distratte, ma un corpo vivo scolpito nella terra, nato dal sogno, dalla fatica e dall’amore di Omero Bordo.
Omero non si è mai arreso alla superficialità con cui spesso si maneggia il passato. Non ha chiesto permessi per sognare, né bandi per creare. Ha scavato, costruito, dipinto. Ha ricreato le tombe etrusche più famose, non con finalità didattiche, ma con una fedeltà rituale, quasi religiosa. Le sue non sono “copie”. Sarebbe un insulto chiamarle così. Sono riproduzioni esatte, ma animate da una vita propria. Sono originali paralleli, gemelli nati duemilacinquecento anni dopo, con gli stessi materiali, le stesse proporzioni, la stessa energia simbolica. Ogni dettaglio è curato con una maniacalità che non ha nulla di artificiale, ma tutto di necessario.
E proprio questa perfezione, questa fedeltà assoluta ha messo in crisi più di una Soprintendenza, più di un archeologo. Perché l’evidenza è che le opere di Omero Bordo reggono all’esame della storia. Non solo non tradiscono l’originale: lo restituiscono nella sua pienezza, nel suo contesto, nella sua spiritualità. Visitare Etruscopolis è, per certi versi, più rivelatore che visitare le tombe vere, spesso inaccessibili, rovinate dal tempo o private dell’atmosfera originaria.
Tutto questo vive oggi grazie alla figlia di Omero, Daniela Bordo, una forza della natura che ha fatto dell’eredità paterna una missione culturale e personale. Carismatica, energica, magnetica. Daniela ha respirato arte e storia fin da bambina, ma ha anche attraversato il mondo con la sua voce e il suo talento: ha conosciuto i protagonisti della politica italiana, da Craxi a Spadolini, ha discusso con Sgarbi, ha animato dibattiti e battaglie culturali con la determinazione di chi non cerca consenso, ma verità.
«Mio padre diceva sempre: se non puoi riportarli in vita, riportali nel presente», racconta Daniela. «Noi non abbiamo mai voluto stupire. Volevamo soltanto onorare. E oggi, quando la gente scende qui sotto e resta in silenzio, so che abbiamo fatto centro».
Non si tratta solo di gestione, di organizzazione, di visite guidate. Daniela incarna questa storia, la porta nel suo modo di parlare, nel passo deciso, nella visione di un luogo che non deve diventare un brand, ma restare un santuario laico della memoria. Grazie a lei, le opere della famiglia Bordo sono state esposte in tutto il mondo: da New York a Parigi, da Città del Messico all’Africa, accolte da studiosi, ambasciatori, appassionati, cittadini comuni. Ovunque, la stessa reazione: stupore. E la stessa domanda, sussurrata con rispetto: ma come avete fatto?
La risposta è in questo parco, nato dal nulla e diventato tempio. Un luogo in cui la copia cessa di essere copia, e si fa presenza autentica. Un luogo che ci sfida a riconsiderare cosa sia vero, cosa sia sacro, cosa sia nostro.
Sabato 19 luglio alle 21:30, Etruscopolis apre il suo ventre per una delle sue visite notturne, avvolta da luci soffuse, racconti, suoni lontani. Un’esperienza che non si dimentica, anche grazie alla temperatura interna costante di 19 gradi, estate o inverno. Meglio portare un golfino, ma soprattutto meglio portare una mente aperta e uno spirito curioso.
La visita è su prenotazione obbligatoria ai numeri: 0766-1800793, 333/1094455, 333/5264036.
Biglietti: 10 euro adulti, 7 euro bambini dai 4 ai 12 anni.
Il parco è aperto anche di giorno, dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 20:30, per visite libere senza prenotazione.
Etruscopolis non si guarda, si attraversa. È un’esperienza più che un luogo, un lascito più che un’attrazione. Un modo di dire al mondo che la bellezza può nascere dal gesto quotidiano, dalla fedeltà alla terra, dal coraggio di essere fuori moda. E se i veri Etruschi oggi hanno un volto, quel volto è quello dei Bordo. Ultimi eredi non per diritto, ma per scelta. E forse, proprio per questo, i più autentici.