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Tomahawk a Kiev? Trump apre, Mosca frena: “Non è la svolta”

- di: Vittorio Massi
 
Tomahawk a Kiev? Trump apre, Mosca frena: “Non è la svolta”
Tomahawk a Kiev? Trump apre, Mosca frena: “Non è la svolta”
Dalla Casa Bianca segnali sul via libera ai colpi in profondità. Il Cremlino: “Niente armi magiche”. Intanto nuovi raid di droni colpiscono tra Kyiv e la regione di Mosca.

L’asse Washington-Kyiv potrebbe spingersi oltre la soglia che finora ha limitato la guerra: i missili da crociera Tomahawk all’Ucraina e l’autorizzazione a colpire in profondità dentro la Russia. È lo scenario delineato da Keith Kellogg, inviato speciale del presidente Donald Trump per l’Ucraina, che in tv ha fatto capire che il semaforo verde politico c’è: “Usate la capacità di colpire in profondità, non esistono santuari”, ha detto. A ruota il vicepresidente J.D. Vance ha confermato che la Casa Bianca sta valutando la fornitura dei Tomahawk: la decisione finale spetta a Trump.

Cosa cambierebbe davvero

Un Tomahawk moderno viaggia per circa 1.000 miglia e può essere ritargettato in volo: una portata superiore di molte volte agli Atacms già impiegati da Kyiv, che arrivano a circa 300 km. Tradotto: basi aeree, depositi e centri di comando nel cuore della Russia tornerebbero vulnerabili, anche ben oltre Mosca. Parlare di “2.500 km” di gittata è impreciso: le schede tecniche ufficiali indicano range attorno alle 1.000 miglia / ~1.600 km per le versioni più diffuse.

La linea del Cremlino

Da Mosca la risposta è insieme minimizzante e minacciosa. Il portavoce Dmitry Peskov ha detto che, anche se arrivassero i Tomahawk, “non esiste un’arma magica” in grado di ribaltare il fronte per Kyiv, aggiungendo che Mosca “analizza con attenzione” il possibile coinvolgimento operativo americano e preparerà una risposta.

Perché ora

Il possibile cambio di passo arriva dopo settimane in cui Trump ha mostrato maggiore frustrazione per la rigidità di Putin e ha lasciato intendere che con l’aiuto europeo Kyiv potrebbe riprendere il controllo dei territori. In parallelo, Vance ha aperto a un pacchetto con i partner Ue per arrivare ai Tomahawk, rivendicando per la Casa Bianca l’ultima parola sul quando e come. Kellogg ha esplicitato che l’autorizzazione ai colpi in profondità esiste sul principio, mentre le decisioni caso per caso restano sul tavolo presidenziale.

Tra precedenti e linee rosse mobili

Non sarebbe la prima volta che Washington sposta i paletti. Negli ultimi mesi dell’amministrazione Biden, gli Stati Uniti sciolsero il divieto e permisero l’uso di armi americane per colpire dentro la Russia, compresi Atacms a più lungo raggio. Quelle scelte ridisegnarono la mappa dei bersagli e innescarono avvertimenti dottrinali da parte russa. Le linee rosse, insomma, si sono già mosse.

I fatti sul terreno: droni contro città e case

Mentre nei palazzi si discutono missili e autorizzazioni, sul terreno la guerra continua a colpire i civili. Tra domenica 28 e lunedì 29 settembre la Russia ha lanciato uno dei raid aerei più massicci dalla piena invasione, con centinaia di droni e decine di missili: quattro morti a Kyiv (tra cui un bambino) e almeno 80 feriti. Kyiv risponde con droni a lunga distanza: nella regione di Mosca, a Voskresensk, una nonna di 76 anni e il nipote di 6 sono morti nell’incendio della loro casa dopo l’abbattimento di un velivolo.

Il dossier Tomahawk: non solo gittata

Oltre al raggio, i Tomahawk Block IV/V offrono capacità di loitering e riattacco in volo, consentendo di aggirare difese, cambiare obiettivi e colpire con precisione infrastrutture strategiche. Non sono missili invisibili, e la Russia ha strati di difesa sempre più fitti sulle aree sensibili; ma su depositi di munizioni, snodi logistici, centri C2 e raffinerie la deterrenza cambia. La vera sfida è industriale: produzione e consegne devono tenere il passo della domanda Usa e alleata.

Mosse e contromosse possibili

Se la Casa Bianca sbloccasse i Tomahawk (direttamente o tramite Paesi europei detentori), Mosca potrebbe redistribuire sistemi antiaerei, spostare asset strategici più a est e intensificare la campagna contro le infrastrutture energetiche ucraine, nel tentativo di imporre costi prima dell’inverno. Kyiv, dal canto suo, diversificherebbe i profili di attacco, combinando droni low-cost e cruise per stressare le difese e allungare i tempi di reazione russi. Nessuna bacchetta magica, ma un nuovo equilibrio da misurare settimana dopo settimana. 

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