Il governo Netanyahu (foto) approva il primo step del piano: ritiro parziale dell’Idf, scambio di prigionieri e una task force con 200 militari Usa a monitorare la tregua. Trump esulta e prepara il viaggio in Medio Oriente. Parigi avverte: “Accelerare le colonie in Cisgiordania è un rischio esistenziale”.
A Gerusalemme il governo ha ratificato l’“impianto” dell’intesa che apre la strada al cessate il fuoco nella Striscia e al rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e deceduti. La maggioranza ha tenuto nonostante l’opposizione dei ministri legati a Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich. L’implementazione scatta entro 24 ore: l’Idf arretrerà fino alla Linea Gialla; da quel momento si avvierà la finestra di 72 ore per la consegna dei rapiti.
La sequenza operativa
Hamas dovrà trasferire 20 ostaggi viventi e i resti di altri sequestrati; Israele pubblicherà le liste dei circa 2.000 detenuti palestinesi da liberare, inclusi 250 ergastolani. Restano esclusi figure simboliche come Marwan Barghouti e Ahmad Saadat. In questa fase l’esercito israeliano manterrà il controllo di porzioni della Striscia, con riapertura dei varchi agli aiuti e regia civile-militare.
La task force e il centro di coordinamento
Washington dispiega circa 200 militari che non entreranno a Gaza, ma opereranno in Israele in un Civil-Military Coordination Center (CMCC) sotto U.S. Central Command. Obiettivi: monitorare il cessate il fuoco, facilitare gli aiuti, coordinare con Egitto, Qatar, Turchia ed eventuali altri partner.
Trump rivendica
Donald Trump ha scandito: “Gli ostaggi dovrebbero essere rilasciati lunedì o martedì”. Il presidente prepara un viaggio tra Egitto e Israele per siglare la fase uno del piano in 20 punti che include disarmo di Hamas, ricostruzione e una forza internazionale. “Abbiamo messo fine alla guerra: porterà a una pace durevole”, ha detto.
Parigi avverte sulle colonie
Al vertice di Parigi, con ministri arabi e occidentali, Emmanuel Macron ha avvertito: “L’accelerazione degli insediamenti in Cisgiordania è una minaccia esistenziale allo Stato di Palestina, contraria al diritto internazionale e allo spirito del piano”. L’obiettivo è definire transizione, ricostruzione e sicurezza per Gaza.
Il ruolo dell’Italia
Antonio Tajani è a Parigi per la riunione ministeriale: Roma si dice pronta a contribuire al consolidamento della tregua, a rafforzare gli aiuti e a valutare la partecipazione a una missione di stabilizzazione se deliberata in sede internazionale. Giorgia Meloni definisce l’intesa “una notizia straordinaria”.
Quattro incognite
- Governance: ruolo di Hamas e passaggio a una gestione tecnica sostenuta da Paesi arabi e Onu.
- Sicurezza: verifica sul campo dell’arretramento e meccanismi di arbitrato delle violazioni.
- Prigionieri “sensibili”: eventuali veti possono rallentare gli scambi.
- Cisgiordania: colonie e violenza dei coloni rischiano di far saltare il percorso.
Le prossime 48–72 ore
Arretramento alla Linea Gialla, stop delle ostilità, avvio scambi e ingresso dei convogli umanitari; definizione dei binari per la fase due (governance, sicurezza, ricostruzione, forza multinazionale).