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Trecentomila nuovi soldati: Mosca prepara riserva per una nuova guerra

- di: Jole Rosati
 
Trecentomila nuovi soldati: Mosca prepara riserva per una nuova guerra
Trecentomila nuovi soldati: Mosca prepara la riserva d’acciaio
Droni, sabotaggi e corazzati in panchina: la Russia accumula uomini e mezzi mentre la Nato alza la guardia sul Baltico. Strategia di lungo periodo, che può guardare oltre l’Ucraina.

Cosa sta cambiando davvero

Nel 2025 Mosca ha accelerato il reclutamento di militari a contratto, alimentando una riserva strategica che non viene impegnata sistematicamente al fronte. Accanto agli incentivi economici, il ritmo di arruolamento resta elevato, ma il quadro reale è disomogeneo e segna fasi di rallentamento. Il risultato è una massa di personale addestrato che rafforza la capacità di scalare il conflitto a richiesta.

I carri migliori non si vedono (e non è un caso)

Al fronte i T-90M appaiono di rado nonostante l’aumento della produzione. La lettura che circola tra gli analisti è netta: accumulo intenzionale dei mezzi più preziosi, addestramento prolungato degli equipaggi e conservazione delle pedine chiave per usi futuri. Il ciclo di training si è allungato e incorpora lezioni apprese nella guerra dei droni.

La nuova élite dei droni

Nel 2025 emerge l’unità/centro “Rubicon”, struttura dedicata a UAV, guerra elettronica e intercettazione. Squadre ridotte, alta specializzazione, supporto ai reparti di linea: l’obiettivo è standardizzare vantaggi tattici che finora erano artigianali, trasformandoli in potenza ripetibile.

L’Europa sente il fiato sul collo

Nel Nord Europa si moltiplicano i casi di sorvoli di droni su siti sensibili. La Danimarca ha varato un divieto temporaneo ai droni civili in concomitanza con il vertice europeo, mentre la Nato ha aumentato la presenza di sorveglianza nel Baltico. “Le misure includono molteplici piattaforme di intelligence, sorveglianza e ricognizione e almeno una fregata per la difesa aerea”, ha dichiarato il portavoce Martin O’Donnell.

Il varco di Suwałki, l’incubo che resiste

La striscia di confine tra Polonia e Lituania che collega i Baltici al resto dell’Alleanza resta una vulnerabilità discussa. L’ingresso della Svezia ha migliorato la postura Nato nel Baltico, ma il settore continua a guidare pianificazioni ed esercitazioni: resilienza e tempestività sono le parole d’ordine.

La logica di Mosca: deterrenza offensiva

Mettendo insieme uomini addestrati, unità droni e corazzati preservati, il Cremlino costruisce un’opzione da attivare rapidamente. Non è un annuncio di guerra totale; è potere di scelta in più teatri.

La risposta occidentale: alzare il costo dell’ambiguità

La Nato irrigidisce sorveglianza e difese anti-drone nel Baltico. Obiettivo: ridurre lo spazio grigio delle azioni ibride, mantenendo la stabilità con una postura che renda costosa ogni provocazione sotto soglia. 

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