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L’equinozio che cambia le regole: perché la primavera arriva il 20 marzo e non più il 21

- di: Giulia Caiola
 
L’equinozio che cambia le regole: perché la primavera arriva il 20 marzo e non più il 21

Per secoli, il 21 marzo è stato il giorno simbolo della primavera. Lo abbiamo imparato a scuola, lo abbiamo ripetuto come un mantra, lo abbiamo atteso come un confine tra il freddo e il tepore. Ma il nostro calendario mentale non ha fatto i conti con l’astronomia: la primavera arriva prima, esattamente il 20 marzo, e continuerà a farlo per quasi un secolo, fino al 2102.

L’equinozio che cambia le regole: perché la primavera arriva il 20 marzo e non più il 21

Il motivo? La danza invisibile della Terra intorno al Sole. L’asse terrestre non è fisso, ma inclinato. Il nostro pianeta segue un’orbita ellittica e il suo movimento, anno dopo anno, porta l’equinozio a verificarsi sempre un po’ prima. Un cambiamento silenzioso, ma inarrestabile, che sfida il modo in cui percepiamo il tempo e le stagioni.

Cosa succede esattamente il 20 marzo?
Alle 4:07 del mattino, ora italiana, il Sole si allinea perfettamente con l’equatore terrestre. È l’istante in cui il giorno e la notte si equivalgono: 12 ore di luce e 12 di buio, senza squilibri tra emisfero boreale e australe.

Subito dopo, però, tutto cambia. Il Sole inizia a salire sull’orizzonte, le giornate si allungano, il buio si ritira. Il nostro emisfero, quello settentrionale, si inclina sempre più verso il Sole e la primavera diventa una certezza.

Non è solo un dettaglio tecnico: è il segnale che l’inverno è finito, che la natura si risveglia e che l’energia solare inizia a dominare le nostre giornate. Un cambiamento che ha sempre avuto un impatto profondo sulla vita dell’uomo, dalla semina dei campi alla regolazione degli orologi biologici.

L’equinozio tra storia e simbolismo
Non siamo i primi a osservare l’equinozio con attenzione. Gli antichi lo consideravano un evento sacro.I

Maya progettavano le loro piramidi in modo che, durante l’equinozio, il Sole proiettasse ombre spettacolari. A Chichén Itzá, il serpente piumato Kukulkán sembra scendere lungo la scalinata del tempio maggiore, un fenomeno che ogni anno attira migliaia di visitatori.

Gli Egizi sincronizzavano il loro calendario agricolo con i movimenti del Sole, e l’equinozio segnava un momento chiave nella gestione delle inondazioni del Nilo.

I Romani celebravano la primavera con le feste in onore di Cerere, dea dell’abbondanza, e di Flora, simbolo della fioritura e della vita che rinasce.

Gli Etruschi e i Greci guardavano al cielo per segnare il tempo delle semine e delle raccolte, consapevoli che la posizione del Sole era il miglior orologio possibile.

Primavera e felicità: una connessione più forte di quanto pensiamo
L’Onu ha scelto il 20 marzo come Giornata Internazionale della Felicità. Una coincidenza? Probabilmente no.

Numerosi studi dimostrano che l’aumento della luce solare ha un impatto diretto sul nostro umore. La maggiore esposizione ai raggi solari stimola la produzione di serotonina, l’ormone del benessere, e riduce la melatonina, il neurotrasmettitore che induce il sonno e la stanchezza.

Ecco perché, con l’arrivo della primavera, ci sentiamo più energici, motivati, positivi. È un cambiamento che il nostro corpo percepisce prima ancora che la mente lo elabori. La natura si risveglia e noi con lei.

Cosa vedremo nel cielo di marzo?
L’equinozio non è solo un evento terrestre, ma un punto di riferimento anche nel cielo. Le costellazioni invernali, come Orione e il Cane Maggiore, si abbassano all’orizzonte, mentre fanno la loro comparsa i segni distintivi della primavera:Il Leone, con la sua stella più luminosa, Regolo, domina il cielo notturno.

L’Idra, la costellazione più estesa dell’emisfero boreale, si staglia con le sue linee sinuose.

La Vergine, con la sua brillante Spica, segna l’avvicinarsi delle notti più calde.

E poi c’è la Via Lattea, che inizia a spostarsi verso occidente, lasciando spazio a cieli più limpidi e puliti.

Il messaggio dell’equinozio: è tempo di cambiare
L’equinozio di primavera non è solo un fenomeno astronomico. È un simbolo di rinnovamento, di rinascita, di nuovi inizi.

La natura cambia e ci invita a fare lo stesso. Il Sole ci regala più luce, le giornate si allungano, le piante rifioriscono. Forse è il momento giusto per ripensare ai nostri ritmi, per uscire più spesso all’aria aperta, per lasciarci alle spalle il grigiore dell’inverno.

Se la primavera arriva prima, allora forse dovremmo anticipare anche noi i nostri cambiamenti. Perché la vita, proprio come la Terra, non aspetta nessuno.

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