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Crollo mercato auto in Italia: “Serve un piano ora, rischio fabbriche”

- di: Jole Rosati
 
Crollo mercato auto in Italia: “Serve un piano ora, rischio fabbriche”
Operaio in coma, blackout nei centri storici e ospedali al collasso. Scattano i divieti regionali, in arrivo il protocollo nazionale. Ma il grande caldo non si ferma.

Italia rovente, due morti e città al buio: la prima settimana d’inferno dell’estate 2025

Non è un’estate come le altre. Due morti, un uomo in coma, blackout nei centri storici di città d’arte, ospedali in affanno, linee elettriche al collasso e ordinanze d’emergenza in mezza Italia. Il Paese è entrato nella fase più acuta dell’emergenza climatica.

Nel Palermitano una donna cardiopatica di 53 anni si è accasciata su un marciapiede arroventato di Bagheria. Non ce l’ha fatta. A San Lazzaro di Savena, un operaio è morto per un colpo di calore. A Tezze sul Brenta, nel Vicentino, un suo collega è finito in coma: stava lavorando in una cisterna satura di vapori metallici. Le alte temperature hanno fatto da moltiplicatore letale.

Blackout, turisti svenuti e città esauste

A Firenze, nel cuore di una giornata afosa e gremita di turisti, i cavi elettrici hanno ceduto: condizionatori impazziti, luci spente, negozi e hotel al buio. Il blackout ha colpito anche Bergamo: senza energia, nemmeno i semafori hanno retto.

Al Policlinico di Milano è stata trasportata d'urgenza una turista asiatica di 66 anni, crollata sulla terrazza del Duomo. In Liguria, la colonnina di mercurio ha toccato i 40 gradi nell'entroterra spezzino.

Bisognerà aspettare venerdì per un primo cedimento dell’anticiclone africano, con temporali al Nord. Lunedì è previsto un fronte di maltempo anche al Centro-Sud, ma accompagnato da grandinate e piogge torrenziali.

Emergenza sanitaria: +20% di accessi al pronto soccorso

Il vero stress da caldo si misura nei reparti di emergenza. L’incremento medio degli accessi ai pronto soccorso ha toccato il +20%, soprattutto tra anziani, malati cronici e soggetti fragili.

In Calabria sono stati reclutati 30 specializzandi per gestire i codici minori. In Liguria è attivo un piano straordinario per monitorare i 5.500 cittadini più a rischio. A Roma sono state allestite tende refrigerate della Croce Rossa. A Napoli sono operativi i “rifugi climatici” in ville e giardini. A Bari, il piano caldo prevede un telefono amico e i “pony della solidarietà”.

Le ordinanze anti-canicola: vietato lavorare nelle ore centrali

Sardegna e Sicilia hanno già vietato i lavori all’aperto dalle 12:30 alle 16:00 fino a fine agosto. Veneto, Lazio, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna hanno adottato misure simili. Nelle Marche entreranno in vigore dal 3 luglio, con un mese d’anticipo rispetto al 2024.

In Sardegna il divieto riguarda sia agricoltori che edili. In Emilia-Romagna si estende ai piazzali della logistica. Coldiretti ha lanciato l’allarme: “Sono oltre 500.000 gli operatori esposti ogni giorno nei campi per la raccolta estiva”.

In arrivo il protocollo nazionale: flessibilità, abiti e ammortizzatori

Martedì 2 luglio, la ministra Marina Calderone firmerà un protocollo nazionale con imprese e sindacati per rafforzare le tutele sui turni, prevedere pause più frequenti, sorveglianza sanitaria, abbigliamento adeguato e l’uso di ammortizzatori sociali nei settori a rischio.

“L’Italia non può continuare a ignorare i cambiamenti climatici nei luoghi di lavoro”, ha dichiarato la ministra.

L’Italia si difende, ma il caldo vince ancora

Tra piscine comunali gratuite, musei climatizzati, inviti a passeggiare nei centri commerciali e centri anziani trasformati in oasi di refrigerio, i Comuni provano a fare il possibile. Ma resta un senso di impreparazione sistemica.

Secondo Legambiente, “non si tratta più di eventi eccezionali, ma di una nuova normalità alla quale non ci stiamo adeguando”. Il 74% dei Comuni italiani non ha ancora un piano locale di adattamento climatico.

La crisi climatica è già qui, e l’Italia sta boccheggiando

Non è più solo un tema da conferenze internazionali o dibattiti tra climatologi. È una questione di vita o di morte, di turni di lavoro, di tenuta della rete elettrica e di diritto alla salute.

Le prossime settimane ci diranno se il nuovo protocollo funzionerà davvero. Ma intanto, l’estate 2025 ha già presentato il conto. E nessuno, stavolta, può dire di essere sorpreso.

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