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Addio a Eddie Jordan, il genio ribelle della Formula 1

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Addio a Eddie Jordan, il genio ribelle della Formula 1

FOTO (Cropped): Lutz_H - CC BY 2.0 DE

Eddie Jordan, l’ex patron dell’omonima scuderia di Formula 1, si è spento all’età di 76 anni dopo una lunga battaglia contro un tumore alla prostata. La notizia della sua morte è stata annunciata dalla famiglia, che ha comunicato il suo decesso avvenuto a Città del Capo, in Sudafrica, nella notte del 20 marzo 2025.

Addio a Eddie Jordan, il genio ribelle della Formula 1

Nato a Dublino il 30 marzo 1948, Eddie Jordan è stato una delle figure più carismatiche e influenti nel mondo della Formula 1. Pilota in gioventù, fondò la Eddie Jordan Racing nel 1979, gettando le basi per quello che nel 1991 sarebbe diventato il Jordan Grand Prix, il team che portò al debutto in F1 un giovane Michael Schumacher.

Jordan non era solo un imprenditore e un team principal: era un uomo di intuizioni brillanti e di una verve inconfondibile. La sua squadra, caratterizzata da livree iconiche e uno spirito fuori dagli schemi, raggiunse l’apice nel 1998, con la doppietta di Damon Hill e Ralf Schumacher nel GP del Belgio, e nel 1999, quando Heinz-Harald Frentzen sfiorò il sogno iridato lottando con Mika Häkkinen e Eddie Irvine.

In un’epoca in cui la Formula 1 stava diventando sempre più controllata e dominata dai grandi costruttori, Jordan riuscì a costruire un team indipendente capace di competere con i giganti. Lo fece con creatività, talento e un innato istinto per gli affari, ma anche con una capacità unica di motivare le persone che lavoravano con lui.

L’addio alla F1 e una nuova vita da opinionista
Dopo la cessione del team nel 2005, Jordan non si allontanò mai davvero dai motori. Divenne un volto popolare del commento televisivo, partecipando a trasmissioni della BBC e di altre emittenti internazionali, dove il suo stile ironico e provocatorio conquistò gli appassionati. Amava raccontare storie di F1, dietro le quinte e aneddoti che nessun altro osava rivelare.

Negli ultimi mesi, Eddie aveva parlato pubblicamente della sua lotta contro una forma aggressiva di tumore alla prostata. Lo fece con il suo solito stile diretto, senza nascondere nulla:

"Mi è stato diagnosticato un cancro che si è diffuso alla colonna vertebrale e al bacino. È una battaglia difficile, ma non ho paura", aveva dichiarato in un’intervista dello scorso dicembre.

Quella dichiarazione fece molto rumore, perché Jordan non era mai stato un uomo di mezze misure. Parlare apertamente della sua malattia era il suo modo di affrontarla, senza ipocrisie. Per molti fu un esempio di forza e determinazione, capace di ispirare chi si trovava a combattere sfide simili.

Il tributo della Formula 1
La notizia della sua scomparsa ha scosso il mondo del motorsport. Il CEO della Formula 1, Stefano Domenicali, ha voluto ricordarlo con parole sentite: "Eddie Jordan è stato un personaggio straordinario, capace di combinare passione, intraprendenza e umorismo. Ha segnato un’epoca della Formula 1 e il suo spirito mancherà a tutti noi. I miei pensieri vanno alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento difficile."

Anche ex piloti e colleghi hanno espresso il loro cordoglio, ricordandolo come un innovatore e un uomo capace di portare energia e leggerezza in uno sport spesso dominato da pressioni e strategie. L’ex campione del mondo Damon Hill ha detto: "Eddie era un uomo unico. Poteva essere imprevedibile, poteva farti impazzire, ma era anche capace di farti ridere come nessun altro. È stato una figura essenziale nella mia carriera e nella mia vita."

Un’eredità indelebile
Eddie Jordan lascia un segno indelebile nella storia della Formula 1. Il suo nome sarà per sempre legato a un’epoca di audacia e creatività, a una visione dello sport in cui la passione valeva più dei bilanci e il talento poteva emergere anche grazie a un outsider con un fiuto eccezionale per i campioni.

Non era solo un team principal, un imprenditore o un opinionista. Era un uomo capace di vivere ogni esperienza con intensità, con una passione irrefrenabile che trasmetteva a chiunque avesse il privilegio di incontrarlo. 
La Formula 1 dice addio a uno dei suoi ultimi grandi ribelli.

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