Taglio tassi, botta e risposta tra le Banche centrali di Italia e Austria. Intanto l’Eurozona rischia la recessione

- di: Redazione
 
Sempre falchi contro colombe alla Bce sulla riduzione dei tessi di interesse. A Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia, che era tornato alla carica sulla necessità di far finire nell’Eurozona la stretta monetaria, che persiste nonostante i tre tagli dei tassi di riferimento, di 0,25 punti ciascuno, già attuati dalla Bce, replica secco il Governatore della Banca centrale austriaca, Robert Holzmann. 
Panetta osserva che l’inflazione è ormai decisamente e stabilmente inferiore ai tassi e che un costo del denaro elevato frena un’economia europea che mostra evidenti segni di affanno. Anzi, il Governatore di Bankitalia fa capire che, visto l’andamento dell’economia dell’Eurozona, probabilmente sarebbe necessaria non solo una politica dei tassi neutrale, ma espansiva, aprendo di fatto a una riduzione dei tassi di 50 punti base nel breve termine. Altrimenti tassi alti finirebbero di portare l’inflazione al di sotto del target del 2% fissato dalla Bce, a costo di una mancata crescita dell’economia dell’Unione.
A stretto giro di posta la replica secca del Governatore della Banca centrale austriaca che, da falco inossidabile, e alla luce del fatto che, durante il terzo trimestre dell’anno, i salari sono aumentati a un ritmo più forte addirittura dall’introduzione dell’euro, afferma che “il ritorno dell’inflazione al target del 2% in modo sostenibile non è ancora garantito” e che “rimuovere in questo momento la nostra promessa di mantenere la politica (monetaria) restrittiva per tutto il tempo necessario sarebbe prematuro”.
Holzman non ha dubbi: “Gli allarmi sul rischio che l’inflazione vada al di sotto del nostro target non sono giustificati” e “le pressioni sui prezzi dei servizi sono tuttora elevate”, sottolineando che “gli ultimi accordi concordati sui salari non sono in linea con i nostri obiettivi”. Infine, scandisce il Governatore austriaco, “la geopolitica rappresenta un rischio ulteriore”.
Holzman a questo punto lancia un messaggio ai mercato, confermando che un taglio dei tassi a dicembre è possibile, ma che nulla è deciso: “Un taglio a dicembre sembra probabile, rispetto alla prospettiva di oggi”, ma “non è ancora deciso”.
A dare man forte a Panetta, tuttavia, scende in campo una “colomba” di peso come il Governatore della Banca centrale di Francia, Francois Villeroy de Galhau, ribadendo che il rischio di andare oltre l’obiettivo della Bce, ossia di far scendere l’inflazione dell’Eurozona sotto il 2% a costo di un ulteriore rallentamento dell’economia, è reale e va evitato. 
D’altronde di questo ne sono sempre più convinti gli investitori. Ora i trader che vedono probabile un taglio largo dei tassi di interesse a dicembre, con una riduzione di 50 punti base, sono saliti al 50%. E l’altro 50% dà per scontato che ci sarà comunque un taglio di altri 0,25 punti. Queste convinzioni di sono rafforzate dopo la pubblicazione degli indici PMI dell’Eurozona: in particolare l’indice PMI servizi, nel mese di novembre, è scivolato in fase di contrazione, bucando la soglia dei 50 punti, a quota 49,2 punti, livello decisamente inferiore rispetto ai 51,6 punti attesi dal consensus degli analisti e successivo ai 51,6 punti di ottobre: un dato brutto, che dice come l’Eurozona potrebbe presto andare in recessione e che rafforza le “colombe” della Bce per un taglio robusto dei tassi a dicembre.
 
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