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Mps valuta rilancio cash da 700 milioni per scalata a Mediobanca

- di: Matteo Borrelli
 
Mps valuta rilancio cash da 700 milioni per scalata a Mediobanca
Mps rilancia: 700 milioni cash per la scalata a Mediobanca

Le adesioni sfiorano il 29 %: con l’effetto cash l’azione si riaccende, si punta al controllo pieno.

(Foto: Nicola Maione, presidente di Montepaschi).

Mps pronta a cambiare marcia: arriva il rilancio in contanti

Monte dei Paschi di Siena sta preparando il terreno per un rilancio “cash” della sua offerta pubblica di scambio (Ops) su Mediobanca. Il Consiglio di amministrazione dovrebbe riunirsi tra lunedì e martedì per valutare una possibile iniezione di circa 700 milioni di euro in contanti, mossa necessaria per ridurre lo sconto sul valore di Borsa dell’offerta e renderla più attraente per azionisti indecisi.

Le adesioni: un progresso che profuma di svolta

Le adesioni all’offerta hanno fatto un piccolo sprint: dal 27,06 % al 28,04 %, e salendo al 28,7 % se si tiene conto dell’annullamento il 31 luglio del 2,4 % di azioni proprie di Piazzetta Cuccia. Questo risultato è importante, ma ancora insufficiente a raggiungere la soglia minima del 35 % su cui Mps ha subordinato l’efficacia dell’operazione.

Lo sconto cresce, serve un premio cash

Il differenziale tra il valore dell’offerta Mps e la capitalizzazione di Borsa di Mediobanca si è ampliato ed è arrivato intorno al 4 %, rendendo l’offerta meno appetibile sul mercato. Mps calcola che, per allineare i valori e invertire il trend, occorrano circa 700 milioni in contanti.

Perché ora: le ragioni strategiche del rilancio

Superare il 50 % e acquisire il controllo di Mediobanca

Con un rilancio cash, Mps punta a convincere fondi e investitori istituzionali, sbloccando la soglia del 50 % necessaria per il controllo dell’assemblea e del Cda di Mediobanca.

sfruttare crediti fiscali e sinergie di bilancio

L’operazione consentirebbe a Mps di utilizzare i suoi crediti fiscali differiti (DTA) e realizzare sinergie, migliorando il profilo economico del gruppo risultante.

Supporto chiave già assicurato

Delfin (holding della famiglia Del Vecchio) e il gruppo Caltagirone, insieme titolari di quasi il 30 % di Mediobanca, hanno già aderito all’Ops e rappresentano la base solida dell’operazione.

Obiettivo minimo in avvicinamento, ma non basta

La soglia minima del 35 % sembra a portata di mano, anche grazie al potenziale apporto delle casse previdenziali e di altri investitori istituzionali (Enasarco, Enpam, Cassa Forense, Benetton, Unicredit, Amundi, Anima, Tages), finora indecisi o critici sull’offerta.

Dalla crisi alla riscossa: il contesto più ampio

Questa mossa rappresenta il culmine di un percorso straordinario per Mps, che solo pochi anni fa era una banca sull’orlo del collasso. Nel 2025, dopo una lunga serie di crisi e salvataggi (compreso quello del 2017), l’istituto è tornato a marciare: ha strutturato un’offerta da oltre 12 miliardi di euro per acquisire Mediobanca e prevede un beneficio fiscale e operativo di circa 700 milioni annui.

Il punto

Mps sta spingendo sull’acceleratore: con un rilancio da circa 700 milioni in contanti, punta a trasformare l’Ops su Mediobanca da offerta divisiva a proposta più competitiva. Le adesioni crescono, lo sconto si stringe, ma è solo con il supporto degli istituzionali e un bonus cash che l’operazione può decollare, con l’ambizione di conquistare il controllo completo e dare il via a una nuova stagione nella finanza italiana.

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