Una medaglia d’oro con il dono dell’ubiquità

- di: Andrea Colucci
 

Chiara ha imparato a pattinare prima che ad andare in bicicletta. A sei anni già pattinava sul ghiaccio ed ha avuto come insegnante sua mamma, Sabrina Fiordelmondo, che a Roma è l’unica maestra di quarto livello( a livello nazionale sono solo in 5 ) ed è da sempre la sua allenatrice. Due anni fa le hanno proposto di pattinare anche a rotelle “inline” e in brevissimo tempo ha vinto i mondiali di questa nuova disciplina. E’stata per due anni in nazionale di pattinaggio artistico sul ghiaccio e da due anni è nella squadra nazionale di pattinaggio artistico  a rotelle inline.

Tutte le mattine Chiara – che abita poco fuori Roma- si alza intorno alle cinque e dopo essersi preparata prende due treni e un autobus che la portano a scuola a Roma dove frequenta l’ultimo anno di liceo scientifico. Intorno alle 13.30 sua mamma la va a prendere a scuola e insieme vanno a Mentana (comune in provincia di Roma) per pattinare sul ghiaccio. Finiti gli allenamenti trova anche il tempo di aiutare sua madre nella scuola di pattinaggio che dirige, “Angeli sul ghiaccio”. Alle 20.00 a casa, cena veloce e poi ad allenarsi con i pattini a rotelle fino alle 22.30. In aggiunta due volte a settimana è di nuovo a Roma in palestra dal suo preparatore atletico Alessandro Avallone.
Niente male per una ragazza di diciotto anni in un Paese dove spesso i ragazzi vengono sbrigativamente catalogati come “bamboccioni” … o “schizzinosi”. 

Italia Informa ha incontrato Chiara Censori per capire come è la vita e quali sono i sogni di una ragazza di diciotto anni arrivata all’eccellenza in ben due discipline legate al pattinaggio.

Chiara, dopo aver conosciuto la tua storia possiamo dire che sicuramente non ti annoi?
E’ vero, non ho neanche il tempo per annoiarmi, ma ormai ci sono abituata. E’ tutta la vita che gestisco questi ritmi e questo “affollamento”.

C’è il rischio di fare confusione?
A dire il vero il rischio confusione è presente. A volte scambio la macchina per casa mia. In automobile, per esempio mi capita spesso di mangiare, o fare i compiti durante i tanti spostamenti che faccio insieme a mia mamma. Però è anche divertente: a volte addirittura mi ci vesto in macchina.

Come si concilia il duro allenamento e lo studio con le amicizie e il tempo libero di una diciottenne?
Non si concilia proprio benissimo. Ho una vita abbastanza complicata, ma l’ho scelta io e ne sono fortemente convinta. Certo gli amici non sono tantissimi dal momento che non ho molto tempo per uscire, o per attività extra-sport, ma quelli che ci sono mi vanno benissimo. E poi, la mia vita assomiglia a quella di molti atleti.

E con la scuola come va?
Oggi finalmente nel nuovo liceo che frequento a Roma va bene, ma non è stato sempre così. In passato ho faticato parecchio a conciliare gli sforzi dello sport con quelli dello studio e devo dire che non sempre la scuola ha assecondato, o aiutato le esigenze di una atleta a livello nazionale. Non intendo dire scorciatoie, o un occhio di riguardo particolare, ma anche essere interrogata “scientificamente” ogni volta dopo le gare, mi sembra un accanimento al contrario. Magari la notte prima dell’interrogazione io ero rientrata alle 3.00 da un viaggio. Comunque, ripeto, oggi fortunatamente nel nuovo istituto va benissimo, ho trovato molta comprensione per gli allenamenti. Banalmente tengono conto che faccio sport. Io in ogni caso sto attentissima a non perdere mai le lezioni, anche se torno tardissimo la sera, la mattina sono sempre in classe.

La scuola, non troppo. Invece c’è qualcuno che ti è stato particolarmente vicino o di aiuto.
Non mi piace fare liste, però sicuramente devo molto alla struttura “Sport ghiaccio mezzaluna”, il circolo sportivo di Mentana dove mi alleno sul ghiaccio, al quale sono legatissima. E poi come non citare la mia società “Angeli sul ghiaccio”Infine EDEA, per i pattini mi da un aiuto prezioso. Sicuramente senza tutti loro non avrei avuto il piccolo successo che sto vivendo.

Con la maggiore età è cambiato qualcosa?
Sì (… ride ndr), ho preso la patente da 15 giorni. Una botta di indipendenza. Comunque lo sport rimane prevalente, anche perché tutte le amiche “patentate” come me escono con i fidanzati e quindi ….
Tocca che mi trovi un fidanzato pure io (…. ride di nuovo ndr). Così pure mamma è contenta.

Tornando allo sport, dove può arrivare Chiara Censori?
Spero lontano. Sul pattinaggio a rotelle ho già vinto un mondiale e mi piacerebbe confermarmi.
Per esempio ci sono due appuntamenti che si avvicinano dove mi piacerebbe dare e ottenere il massimo.
A luglio ci saranno i campionati europei in Irlanda – che peraltro coincideranno con il periodo degli esami di maturità- e il prossimo ottobre i mondiali in Francia.

Le federazioni nazionali che ruolo possono giocare nel raggiungimento di questi traguardi?
Potrebbero sicuramente avere un ruolo fondamentale nell’aiutare il percorso di un’atleta come me. . Ad esempio coprendo alcuni tra i tanti costi che mia madre deve sostenere per farmi gareggiare a questi livelli. Purtroppo oggi le attenzioni delle Federazioni, soprattutto quella del pattinaggio su ghiaccio, sono rivolte a pochissimi atleti top, diciamo per l’artistico  quattro o cinque  atleti al massimo. Un po’ diverso è per la federazione del pattinaggio a rotelle, che per esempio per gli scorsi mondiali in Cina ha sostenuto tutte le mie spese  . Insomma, molte coppe e medaglie, ma pochi rimborsi o sponsor. Però sono giovane, ci sarà tempo anche per questo, …. spero.

Quali sono i costi più impegnativi da sostenere?
Direi sicuramente quelli legati all’attrezzatura sportiva, tenendo in considerazione che un paio di pattini da ghiaccio per un atleta ad alto livello costa intorno ai  1000 euro. Poi ci sono le spese per le lezioni e l’accesso ai palaghiaccio. Sicuramente, poi, la spesa più importante è quella legata ai viaggi per le gare e per gli allenamenti. Solo per fare un esempio uno stage estivo  arriva a costare in media  1000 euro a settimana.

Viste anche le spese, è sostenibile continuare a gareggiare in entrambe le discipline?
Sinceramente lo vedo abbastanza complicato. Soprattutto se voglio recuperare un poco di vita sociale.
Poi c’è la questione delle spese, che per due discipline si moltiplicano. Ma soprattutto c’è il problema della “longevità atletica”. Oggi ad esempio se guardo al pattinaggio sul ghiaccio vedo che l’età delle atlete si è abbassata clamorosamente: sono tutte giovanissime, intorno ai quindici anni. Soprattutto c’è un turnover altissimo. Chi vince oggi, magari domani è già fuori dai ranking importanti. Per intendersi storie di successo come quella di Carolina Kostner sono rarissime.
Diverso è per il pattinaggio a rotelle, dove la tenuta atletica di chi gareggia dura molto di più nel tempo e consente una gestione della vita un poco più agevole. Forse questa sarà la scelta finale, …. ma chissà …

Che farà Chiara da grande?
Sicuramente il pattinaggio (…sorride ndr). In un modo, o nell’altro è la mia vita e su questa strada continuerò. Farò gare finche sarà possibile, ma nel frattempo alla fine della scuola vorrei iniziare ad allenare e partecipare a spettacoli e kermesse sportive, sia sul ghiaccio che a rotelle.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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