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Crack da 40 miliardi, il re delle criptovalute condannato a 15 anni

- di: Bruno Coletta
 
Crack da 40 miliardi, il re delle criptovalute condannato a 15 anni
Do Kwon, 15 anni per il crack crypto da 40 miliardi
Stablecoin, promesse di stabilità e un buco che ha risucchiato fiducia e risparmi: la sentenza Usa su TerraUSD e Luna è un segnale al settore.

Una condanna che pesa come un macigno

Il tribunale federale di New York ha condannato Do Kwon, cofondatore di Terraform Labs, a 15 anni di carcere per frode legata al collasso dell’ecosistema TerraUSD (UST) e Luna. Il conto stimato dagli inquirenti e ripreso da più ricostruzioni internazionali è di circa 40 miliardi di dollari evaporati, con effetti a catena sul mercato delle criptovalute.

Kwon, 34 anni, ha ascoltato in aula le parole delle vittime e ha espresso rammarico: il passaggio emotivo è diventato uno dei momenti più duri dell’udienza, perché dietro la finanza “digitale” sono emerse storie molto concrete di risparmi azzerati e vite ridisegnate.

Il meccanismo: perché TerraUSD non era “stabile” come promesso

TerraUSD veniva presentata come una stablecoin, cioè una moneta pensata per restare agganciata a un valore stabile (tipicamente 1 dollaro). Nel caso di UST, la stabilità dipendeva da un meccanismo algoritmico collegato a Luna.

Secondo l’accusa, il punto non è solo che il modello fosse fragile: è che la stabilità sarebbe stata raccontata agli investitori in modo fuorviante, mentre il sistema avrebbe retto (in momenti chiave) grazie a interventi e sostegni non rappresentati come tali. Quando il peg si è rotto, l’equilibrio è saltato e il mercato è entrato in modalità panico.

Il crollo del 2022 e la “cascata” che ha travolto le crypto

Nel maggio 2022 TerraUSD ha perso l’aggancio al dollaro e Luna ha imboccato una discesa rapidissima fino a valori prossimi allo zero. La vicenda non è rimasta confinata a un singolo progetto: il collasso ha alimentato una crisi di fiducia e ha accelerato vendite e fallimenti nel settore, in un periodo già estremamente volatile.

Il punto chiave, per osservatori e regolatori, è diventato uno: se una “stablecoin” può sbriciolarsi in pochi giorni, allora il rischio sistemico esiste eccome, soprattutto quando milioni di utenti la usano come parcheggio “sicuro”.

Dalla fuga all’arresto: Montenegro, estradizione e patteggiamento

Dopo il collasso, Kwon ha provato a riorganizzarsi all’estero. Nel marzo 2023 è stato arrestato in Montenegro mentre viaggiava con documenti falsi. Il passaggio decisivo arriva con l’estradizione negli Stati Uniti, formalizzata a fine dicembre 2024.

Nell’agosto 2025 Kwon si è dichiarato colpevole su capi d’imputazione federali collegati alla frode. Nel quadro dell’accordo, è stato indicato anche un importo di confisca superiore a 19 milioni di dollari.

Le vittime al centro: non solo numeri, ma biografie spezzate

Le lettere e le testimonianze lette durante l’iter giudiziario hanno restituito la dimensione umana della vicenda: risparmi destinati a una casa, a un corso di studi, a un fondo per la pensione. In molti racconti ricorre la stessa parola: fiducia. Fiducia nella tecnologia, nel marchio, nella promessa di stabilità.

Per il tribunale, questo elemento ha pesato: non un azzardo personale finito male, ma un impianto comunicativo che avrebbe spinto tante persone a entrare in un investimento percepito come “più sicuro” di quanto fosse davvero.

Cosa cambia ora: il messaggio ai fondatori e l’effetto regolatorio

La condanna a 15 anni manda un segnale netto: nella finanza digitale, il “far west” ha sempre meno spazio, soprattutto quando il marketing di un prodotto somiglia a una garanzia implicita. Il caso Terra è diventato un punto di svolta nella discussione su stablecoin, trasparenza delle riserve, audit, controlli e responsabilità dei vertici.

In parallelo, restano sullo sfondo le partite extra-Usa: Kwon ha avuto (e in parte ha) esposizioni e contestazioni anche in altre giurisdizioni, a partire dalla Corea del Sud. Il dossier, insomma, potrebbe non essere chiuso ovunque.

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