Il MIC di settembre 2024 si è attestato a 8,9, in calo di quattro decimi di punto rispetto ad agosto, segnando un nuovo minimo dall'inizio della serie storica. Confcommercio spiega che il dato è il risultato di una stabilizzazione del tasso di disoccupazione esteso al 6,7% e di un rallentamento della crescita dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d'acquisto, passati dallo 0,5% contro l'1,1% del mese precedente.
Disagio sociale: il Misery Index di Confcommercio segna un nuovo minimo storico
Nel mese di settembre, la rilevazione continua sulle forze di lavoro ha mostrato una diminuzione di 63mila occupati rispetto al mese precedente e una flessione di 14mila unità nelle persone in cerca di lavoro rispetto ad agosto, tendenze che hanno mantenuto il tasso di disoccupazione ufficiale al 6,1%, eguagliando i minimi del 2007. In parallelo, si è osservata una crescita degli inattivi (+56mila sul mese, +337mila su base annua). Le ore di CIG autorizzate hanno raggiunto quasi 43,7 milioni, con l'aggiunta di circa 1,3 milioni di ore per assegni dei fondi di solidarietà, segnalando un aumento preoccupante su base annua. L'uso effettivo delle ore di CIG e FIS ha portato a un incremento, rispetto ad agosto, in termini di unità di lavoro standard (Ula) destagionalizzate. Tali dinamiche hanno mantenuto stabile il tasso di disoccupazione esteso al 6,7%.
L'inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza d'acquisto a settembre ha mostrato un rallentamento con una crescita annua dello 0,5%, in calo di sei decimi di punto rispetto ad agosto. Le stime preliminari di ottobre indicano un'interruzione di questa tendenza, con una crescita stimata dell'1,0% su base annua, dato che attualmente non preoccupa per l'esiguità dell'inflazione.
"La possibilità di mantenere, nei prossimi mesi, l'area del disagio sociale, calcolata secondo la metrica del MIC, ai livelli attuali – sottolinea Confcommercio – rimane, pertanto, fortemente condizionata dagli sviluppi futuri del mercato del lavoro. In quest'ottica l'aumentato ricorso alle forme d'integrazione salariale e la tendenza ad uscire dall'area di attività, costituiscono segnali preoccupanti. La minor dinamicità del mercato del lavoro potrebbe acuire, unitamente a piccoli aumenti sul versante dei prezzi dei beni ad alta frequenza d'acquisto, la tendenza delle famiglie a mantenere atteggiamenti molto prudenti sul versante dei consumi, innescando una spirale negativa che si sommerebbe alle difficoltà generate da una domanda estera non particolarmente brillante".