Rimbalzano i mercati azionari della Cina continentale, così come lo yuan nei mercati valutari, poiché la minaccia di tariffe aggiuntive sui beni cinesi con la seconda presidenza di Donald Trump ha alimentato l’ottimismo per misure di stimolo più forti da parte del Governo cinese. Una speranza, quello di misure d stimolo più forte, rafforzata dal fatto che le importazioni cinesi a ottobre sono scese del 2,3%, invertendo la tendenza rispetto a un aumento dello 0,3% a settembre e facendo peggio del previsto (gli osservatori si attendevano di un calo dell’1,5%), a ulteriore dimostrazione della debolezza della domanda interna cinese.
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Lo Shanghai Composite è salito dello 0,7% a circa 3.410, mentre lo Shenzhen Component ha incrementato dello 0,3% a 11.000. Le azioni di Hong Kong sono salite di oltre l’1,5%, rimbalzando da una sessione negativa il giorno prima dopo che Wall Street stabilisse nuovi massimi seguito alla rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca.
La speranza di ulteriori e forti stimoli all’economia da parte del Governo cinese ha influenzato anche altri mercati asiatici, come l’indice australiano S&P/ASX 200 che ha guadagnato lo 0,33% chiudendo a 8.226 punti, invertendo le perdite precedenti, proprio sulla scia dell’ottimismo sul rafforzamento della domanda del più grande partner commerciale dell’Australia.
In questo scenario, sul fronte valutario anche lo yuan si è ripreso dopo l’arretramento del giorno precedente. Lo yuan offshore è salito a circa 7,18 per dollaro, rimbalzando da un minimo di tre mesi nella sessione precedente.