Crisi reputazionali: come va affrontata nell’era digitale

 

Nell'era digitale, dove le informazioni viaggiano alla velocità della luce, una crisi reputazionale può colpire un'azienda in un istante, danneggiando irreparabilmente la sua immagine pubblica. Ma cosa si può fare quando il peggio accade?

“La risposta tempestiva è fondamentale - spiega Francesca Caon, titolare di CAON Public Relations, società di pubbliche relazioni e autrice del libro ‘I dieci comandamenti delle PR’, edito da Roi Edizioni - non si tratta solo di reagire rapidamente, ma di farlo in modo trasparente e onesto, rispondendo alle domande e fornendo aggiornamenti chiari e frequenti”.

Un'indagine di PwC ha rivelato che il 71% dei leader aziendali considera la rapidità nella risposta il fattore più critico nella gestione di una crisi. Le PR devono agire immediatamente per controllare la narrativa, fermo restando che la preparazione è tutto. Secondo un report di Deloitte, le aziende che dispongono di un piano di crisi ben strutturato sono in una posizione di vantaggio per affrontare le turbolenze. “Questo include la designazione di portavoce addestrati, la preparazione di messaggi chiave e l'organizzazione di simulazioni per affrontare situazioni di crisi - sottolinea Francesca Caon - essere pronti non solo facilita una risposta coordinata, ma riduce anche il panico interno e aiuta a mantenere la fiducia degli stakeholder. In un'epoca in cui un tweet può innescare una tempesta mediatica, il monitoraggio attivo dei media e delle conversazioni sui social media è essenziale: strumenti di social listening permettono alle aziende di tracciare il sentiment pubblico in tempo reale, identificando rapidamente potenziali minacce”.

Un report di Sprout Social evidenzia come il 45% dei consumatori utilizzi i social media per condividere esperienze negative, sottolineando l'importanza di una sorveglianza costante.

Non si tratta solo di immagine: le crisi reputazionali hanno un impatto concreto sulle finanze aziendali. Weber Shandwick, una delle principali agenzie di pubbliche relazioni a livello mondiale, ha riscontrato che le aziende coinvolte in scandali o crisi possono subire una perdita media del 30% nel valore delle loro azioni nei mesi successivi. Tuttavia, una gestione efficace delle PR può mitigare questi danni, proteggendo il valore aziendale e, in alcuni casi, contribuendo persino a un recupero più rapido.

Un elemento cruciale e spesso sottovalutato nella gestione delle crisi è la capacità di chiedere scusa - spiega Caon - un'ammissione sincera di errore e una chiara comunicazione delle azioni intraprese per rimediare sono essenziali per ricostruire la fiducia del pubblico. Le scuse non devono essere percepite come un segno di debolezza, ma come un'opportunità per mostrare responsabilità e integrità. Questo approccio non solo pacifica i clienti, ma dimostra anche un impegno verso l'etica e la trasparenza”.

Un esempio emblematico di gestione efficace di una crisi è il caso di Johnson & Johnson durante lo scandalo del Tylenol negli anni '80. Quando il prodotto fu contaminato, l'azienda agì rapidamente, ritirando immediatamente tutte le confezioni dal mercato e comunicando apertamente con il pubblico.

Questa trasparenza e responsabilità, accompagnata da scuse sincere, furono fondamentali per ricostruire la fiducia dei consumatori e preservare la reputazione dell'azienda - continua Caon - le crisi reputazionali sono inevitabili in un mondo interconnesso e digitalizzato, tuttavia, le aziende che investono nella pianificazione delle crisi, nella preparazione del personale e nel monitoraggio continuo sono meglio attrezzate per affrontare queste sfide. Le PR non solo gestiscono l'immagine pubblica, ma sono una linea di difesa essenziale contro le potenziali catastrofi che possono minare la fiducia del pubblico e il valore aziendale”.

Nel mondo degli affari, dove la reputazione è tutto, la capacità di navigare attraverso le crisi e di chiedere scusa quando necessario non è solo una competenza desiderabile, ma una necessità vitale.

Tags: economia
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