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Crisi dei prestiti in Cina: contrazione storica a luglio. È la prima

- di: Vittorio Massi
 
Crisi dei prestiti in Cina: contrazione storica a luglio. È la prima
Per la prima volta dal 2005 i nuovi prestiti in yuan arretrano bruscamente, segno di fiducia vacillante nelle famiglie e nelle imprese.

Un luglio che pesa: i prestiti crollano in Cina

Nel luglio 2025 la Cina ha registrato un calo netto di 50 miliardi di yuan nei nuovi prestiti in valuta locale — un tonfo che non si vedeva da luglio 2005 e che rappresenta il calo mensile più marcato dal 1999.

I prestiti erano esplosi a 2.240 miliardi di yuan a giugno, ma la stima media degli analisti per luglio era di +300 miliardi, cifra ampiamente smentita dai fatti.

Il calcolo di questa flessione deriva dalla comparazione tra i volumi cumulati tra gennaio-giugno e gennaio-luglio.

Cosa dice la domanda: famiglie e imprese mettono i freni

Il quadro della domanda è scoraggiante. I prestiti per famiglie si sono contratti di 489 miliardi di yuan, rispetto a un aumento di 598 miliardi osservato a giugno. Parallelamente, i prestiti alle imprese sono scesi a –60 miliardi, un contrasto netto col boom di giugno.

Il mercato immobiliare, fiaccato da una crisi prolungata, sembra aver paralizzato l’accesso al credito: compratori cauti, progetti incompleti, un clima di incertezza che scoraggia nuovi prestiti.

Indicatori complementari: tra luci e ombre

Non tutto è negativo. La M2, ampia misura della liquidità nel sistema, ha registrato una crescita annua dell’8,8 %, superiore alle attese degli analisti. Anche il Total Social Financing (TSF), che include forme di credito più ampie, è salito di circa il 9,0 % su base annua.

Questi dati suggeriscono che, sebbene i prestiti bancari tradizionali stentino, la liquidità complessiva permane elevata — grazie a bond governativi, strumenti non bancari e iniezioni di massa nel sistema finanziario.

La banca centrale resta cauta: attesa e politiche mirate

La People’s Bank of China (PBOC) sembra adottare un atteggiamento “wait-and-see”, evitando finora tagli ai tassi o alla RRR (riserva obbligatoria). Gli strumenti preferiti restano quelli di natura strutturale: sussidi a tasso d’interesse per alcuni settori, incentivi mirati a famiglie e imprese.

Secondo Xing Zhaopeng, strategist di ANZ, “La politica monetaria è entrata in una fase di osservazione, e a breve un taglio del tasso appare improbabile. Anche la riduzione della RRR potrebbe essere posticipata. L’enfasi resta sullo strumento strutturale”.

Tra stimoli e incertezze: che scenari si profilano?

Il rallentamento della domanda e la fragilità del settore immobiliare impongono scelte delicate. Per stimolare la ripresa, Pechino ha finora puntato su infrastrutture, sussidi, supporto al consumo e politiche fiscali.

Tuttavia, gran parte del sistema resta fragile. La crisi dei prestiti evidenzia non soltanto la stagione congiunturale: anche i tentativi di rilanciare i consumi faticano a fare breccia in una fiducia fiacca.

L’allarme rosso del credito

  • Contrazione storica: -50 mld yuan a luglio (prima volta dal 2005).
  • Domanda fiacca: prestiti famiglie e imprese in netta contrazione.
  • Liquidità presente: M2 +8,8 %, TSF +9 %.
  • Banca centrale attendista: no tagli immediati, focus su strumenti strutturali.
  • Rischi e incertezze: immobiliare, fiducia, domanda interna ancora deboli.

La febbrile frenata del credito interrompe un’estate di euforia finanziaria a giugno — un brusco risveglio per la politica monetaria cinese, che ora naviga tra equilibrio e prudenza, con un futuro da osservare con attenzione.

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