Covid-19: denunciò il caos negli ospedali di Wuhan, condannata giornalista

- di: Emanuela M. Muratov
 
Fece semplicemente il suo lavoro, recandosi a Wuhan, al primo manifestarsi dell'epidemia di Covid-19, per vedere, verificare e quindi controllare. E il quadro che Zhang Zhan, giornalista cinese, ex avvocatessa ed attivista per la difesa dei diritti umani, fece della situazione in cui versavano gli ospedali cittadini di Wuhan davanti alla pandemia, non fu certo edificante, descrivendo caos ed impreparazione.

Ora, che la Cina festeggia ormai da mesi la vittoria sul Covind-19, le autorità locali hanno dato prova di non dimenticare, processando e condannando la giornalista a quattro anni di reclusione.
Zhang Zhan, alla lettura della sentenza, ha mostrato tutto il suo sconforto e uno dei suoi avvocati, Ren Quanniu, si è detto molto preoccupato per le sue condizioni psicologiche, quasi a volere confermare che la sua assistita ritiene di avere fatto solo il suo dovere di cronista.

Il processo si è celebrato, nell'arco di poche ore, nel tribunale di Shangai, dove non è stato permesso l'ingresso a giornalisti e diplomatici stranieri. Lo stesso è accaduto ad alcuni sostenitori della giornalista, respinti dalla polizia. Secondo il rapporto ufficiale sull'epidemia, a Wuhan, che conta undici milioni di abitanti, ci sono stati quasi quattromila morti per Covid-19 sui 4.634 registrati in tutto il Paese tra gennaio e maggio.

Zhang Zhan è stata arrestata a maggio con l'accusa di aver provocato disordini, terminologia usata spesso contro gli oppositori del regime del presidente Xi Jinping.
In concreto, il tribunale l'ha accusata di aver diffuso informazioni false su Internet. Per protestare contro l'arresto, la giornalista ed attivista a giugno ha fatto uno sciopero della fame e da allora è alimentata forzatamente con un sondino nasale, hanno riferito i suoi avvocati. Uno dei quali, Zhang Keke, ha detto che, quando ha incontrato la giornalista, la scorsa settimana, Zhang Zhan ha detto che, in caso di una condanna severa, si sarebbe lasciata morire in carcere, rifiutando qualsiasi forma di alimentazione. Altri tre "citizen journalist", Chen Qiushi, Fang Bin e Li Zehua, sono stati arrestati dopo aver coperto giornalisticamente gli eventi dell'epidemia.
Il processo alla giornalista si è svolto pochi giorni prima dell'arrivo in Cina di una squadra di esperti dell'Oms, che dovrebbe fare il punto sulle origini dell'epidemia
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