Covid-19: che brutta l'immagine di un governo diviso

- di: Diego Minuti
 
La scelta di applicare la massima ''misura'' (si può chiamare così?) per il contenimento del contagio del Covid-19, ovvero il coprifuoco, deve portare a delle riflessioni che, per una volta tanto, non riguardano gli effetti dell'interdizione della libera circolazione dei singoli in importanti porzioni del nostro territorio, ma come i nostri governanti stanno affrontando la pandemia.

Nessuno mette in dubbio che tutti loro - dal Governo ai presidenti di giunta regionale e, giù, sino ai sindaci - operano con il chiaro convincimento di farlo per la salute di tutti. Il dubbio che, soprattutto in queste ore, sembra crescere è sull'immagine che il governo (e con esso la maggioranza che continua a sostenerlo) sta dando di sé stesso e, quindi, di chi lo compone.

Chi ha l'abitudine di leggere anche giornali non italiani, cioè di Paesi che affrontano, come il nostro, la pandemia, si accorge immediatamente di una cosa: i governi stranieri sembrano avere un pensiero comune, totalmente condiviso, e quindi le mosse di ciascuno di essi danno, soprattutto all'esterno (e questo ''esterno'' è ognuno dei cittadini, indifferentemente dalle motivazioni che si portano dietro e del loro profilo politico-ideologico) , l'immagine di compattezza che ci si aspetta. Perché è proprio in momenti delicatissimi, come quelli che il Coronavirus sta determinando, che la gente deve sapere che chi sta in cima alla piramide del potere non ha divisioni, non ha dubbi.

Ed invece il Governo Conte (e con esso la maggioranza: ripetere a volte è utile) si dilania, si divide, si scontra, in un climax che sembra da film pulp piuttosto che da mosse di esecutivo che deve prendere in fretta decisioni, e possibilmente le migliori. Il senso delle mie parole sta tutto qui, in come, noi cittadini, ci sentiamo nel vedere come si comportano le persone alle quali, eleggendole, abbiamo affidato le nostre sorti; come ci sentiamo nel vedere come non riescano a trovare un punto di intesa o di sintesi delle rispettive tesi, anche davanti ad un dramma epocale.
Ma forse devo correggermi, perché abbiamo, involontariamente, affidato il potere a persone non elette (il riferimento a Giuseppe Conte è assolutamente voluto, almeno per me che ritengo fondamentale il primato della politica sull'esercizio del potere, comunque esso di declini).

Non credo che in altri Paesi gli esecutivi camminino tutti, compattamente, nella stessa direzione. Ma loro almeno hanno il buon gusto di tenere le beghe al loro interno. Ed invece questo da noi non accade. Anzi, in occasione di ogni riunione del gabinetto Conte, ci si deve solo armare di pazienza ed aspettare che lo scontento di turno sussurri, all'orecchio del giornalista amico, che lui non la pensa affatto come gli altri, come a precostituirsi un alibi nel caso in cui le cose vadano male.

In fondo è il gioco di sempre e lo era anche in governi in cui il potere era monopolizzato da un solo partito, che lasciava agli alleati solo briciole di potere. Forse gli italiani metabolizzerebbero meglio misure che sappiano essere state pensate ed approvate dall'intero governo. Invece questo non accade perché quando si tratta di decidere, sapendo che forse le misure che si adottano non saranno gradite dalla gente, in molti si sfilano, ''nascondendosi'' dietro le spesse tende di palazzo Chigi, magari per fare qualche telefonata interessata. 

Mai come oggi - quando lo spettro di nuove e numerose morti da Covid-19 sta sempre più diventando reale - l'Italia ha bisogno di certezze, di gente che, al timone del Paese, sappia tenere la barra ferma per portare la nostra fragile navicella fuori dalle procelle. Ma, oggi come oggi, tutto sembra, fuorché questo.
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